CAPO POLIZIA COLOMBIANA ACCUSA GLI URIBE

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L’ufficiale della Policia Nacional colombiana, Juan Carlos Meneses Quintero,  ha accusato il fratello, Santiago Uribe,  del presidente della Colombia, Alvaro Uribe, di avere creato e finanziato negli anni 90 una struttura paramilitare che commise diversi crimini con la complicità delle forze di polizia nella provincia di Antioquia. Secondo Meneses, l’attuale presidente che al tempo era senatore, era a conoscenza di questa situazione. La testimonianza dell’ex funzionario di polizia è stata fatta in Argentina dove è rifugiato a causa delle minacce che ha ricevuto. Meneses sostiene che questo gruppo paramilitare si dedicava alla “pulizia sociale” vale a dire l’uccisione di persone accusate di essere “guerriglieri, sequestratori, ladri, spacciatori o semplicemente tossicodipendenti”, e che i comandi della polizia chiedevano di collaborare con questo gruppo.  Meneses sostiene che nelle riunioni con Santiago Uribe, quest’ultimo, lo portò nel suo podere denominato La Carolina, per mostrargli dove addestrava i membri del gruppo paramilitare. Nel 2003 Meneses decise di riparare all ‘estero quando constatò che diversi membri di quel gruppo denominato Dodici Apostoli ,venivano eliminati per evitare che rivelassero informazioni sulle attività paramilitari La denuncia del funzionario di polizia giunge pochi giorni prima delle elezioni presidenziali colombiane i cui principali favoriti sono  il Ministro della Difesa Manuel Santos, del partito di Alvaro Uribe, e il verde Atanas Mockus.


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ISRAELE, COLOMBIA, …STRASBURGO, I DIRITTI UMANI? IL CASO DI YAIR KLEIN – GUIDO PICCOLI

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Nella provinciale, misera, ignorante Italia e nella sua corrispondente informazione, questa notizia non fa notizia. Si tratta di qualcosa successo in un paese lontano, la Colombia, che per tutti, o quasi, è giusto interpretare e dipingere come un esotico paese violento e drogato. Ma anche di qualcosa che tira in ballo Israele e, dulcis in fundo, il Tribunale di Strasburgo, la massima istanza europea che si occupa e governa sul tema dei diritti umani. Ebbene, cosa ha deciso nei giorni scorsi il Tribunale di Strasburgo? Che sarebbe illegitima l’estradizione di Yair Klein in Colombia dove è richiesto per rispondere del suo passato di istruttore di narcos e paramilitari. Il Tribunale di Strasburgo difende un uomo non europeo: Israele non è un paese europeo. Il Tribunale di Strasburgo si preoccupa di un uomo detenuto in Russia: la Russia è un paese europeo. Comunque il Tribunale di Strasburgo si scomoda a dire la sua. Quello che lascia più sbalordito sono le motivazioni: “i giudici russi non avrebbero preso in considerazioni le dichiarazioni dell’imputato sulle torture alle quali potrebbe essere sottoposto in Colombia”. C’è da ridere, ma anche da scandalizzarsi. L’Europa che non ha mai mosso un dito sulla pratica abitudinaria della tortura, delle sparizioni forzate, degli omicidi extragiudiziari praticati in Colombia contro sindacalisti, attivisti dei diritti umani, leader e militanti politici di opposizione, si preoccupa dei rischi che correrebbe un mercenario che ha insegnato ai narcos e ai paramilitari la pratica della tortura e più in generale del terrore. Il Tribunale di Strasburgo fa finta di non sapere che Yair Klein è ideologicamente affine a coloro che, a partire da Uribe, dominano il paese, anche grazie al suo lavoro sporco. Ma che banda di ipocriti, falsari e, forse – per qualcuno dei suoi componenti anche ignoranti- è mai questo cosiddetto Tribunale?

Per capire chi sia Yair Klein riproduco due frammenti del mio libro “Colombia, il paese dell’eccesso” (Feltrinelli, 2004)

 

 

SEMPRE E COMUNQUE COLPEVOLI!

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  Non c’erano dubbi che il giudice Baltazar Garzon avrebbe confermato la tesi accusatoria contro alcuni membri della sinistra indipendentista

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