MUGICA HERZOG: IN SPAGNA NIENTE TORTURA

Loading

L’Ombudsman spagnolo Mugica Herzog, presentando il suo primo bilancio del denominato Meccanismo Nazionale contro la Tortura, dinnanzi a rappresentanti dell’ONU, ha detto che nelle visite a 54 dipendenze di polizia non ha riscontrato un solo caso di tortura.  Jorge del Cura rappresentante del Coordinamento statale di Prevenzione della Tortura, ha detto che giovedì scorso due agenti sono stati arrestati ed altri quattro accusati di aver picchiato due fratelli arrestati per una rissa in strada. “Ci sono stati arresti anche a Mallorca o a Valencia così che se Mugica non li ha visti sarà perché non li ha voluti vedere”.  Eppure, tra i numerosi casi, c’è quello del procedimento giudiziario ordinato dal Tribunale provinciale di San Sebastian contro 11 guardia civiles accusati di torture nei confronti di due presunti militanti di ETA Igor Portu e Mattin Sarasola, episodio avvenuto nel gennaio del 2008.  La traiettoria politica di questi anni e le affermazioni di Mugica Herzog stridono con il ruolo che sta ricoprendo. Ministro di Giustizia durante il triennio 1988-1991,  Governo socialista di Felipe Gonzales, fu l’artefice della dispersione carceraria dei prigionieri baschi dei quali diceva che dovrebbero “marcire in carcere” La morte dopo 117 giorni di sciopero della fame del detenuto politico del PCr, Manuel Sevilliano, avvenuta nel 1990 fu definita da Mugica Herzog come “un presunto sciopero della fame”. Durante il suo mandato come Ministro di Giustizia furono numerose le denuncie di torture nello stato spagnolo senza che il ministro aprisse alcuna indagine interna. Non deve quindi sorprendere che la nomina Ombudsman, che dovrebbe essere il difensore del popolo e non delle istituzioni, fu voluta dal governo di Josè Maria Aznar.


Related Articles

A FIANCO DEI NO TAV

Loading

Orsola Casagrande e Giovanni Giacopuzzi Il procuratore Caselli chiede ai No Tav di dissociarsi dalla violenza. Bene, lo faccia lui.

Il nostro G8 (NoTav a Genova)-Nicoletta Dosio (movimento No Tav)

Loading

 InfoAut. A Genova, il 22 luglio 2001, ci andammo anche noi, quasi un migliaio di persone, dalla Valle di Susa. Era il giorno dopo l’assassinio di Carlo. La nostra opposizione al TAV durava già da oltre dieci anni. Andammo a Genova contro i potenti della Terra, contro quei grandi interessi che, in nome del profitto, volevano trasformare i luoghi della nostra esistenza in corridoi di traffico per le merci e i viaggiatori del mercato globale, desolati inferni di ferro e cemento, dove tutto passa e nulla rimane, negati agli esseri viventi, alla socialità, al lavoro buono e liberato

Ci andammo anche contro la repressione, le cui immagini ci venivano rimbalzate dai telegiornali. La notizia del giovane ammazzato dalle “forze dell’ordine” aggiunse dolore, indignazione e partecipanti al nostro viaggio .

Tra di noi non c’erano solo militanti, ma anche e soprattutto persone comuni, quelli che, attraverso la lotta contro il TAV, avevano acquisito forza , consapevolezza e generosità.

“IL GOVERNO URIBE E’ QUELLO CHE HA SFOLLATO PIU PERSONE”

Loading

Intervista di Isabel Coello del quotidiano spagnolo Publico con Jorge Rojas della Consulenza per i Ditti Umani e Sfollati della

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment