CRESCE LA TENSIONE IN TURCHIA DOPO LE ULTIME AZIONI DEL PKK
Come rappresaglia contro gli attacchi di venerdì da parte delle Forze di difesa del popolo (HPG, braccio armato del PKK) contro le forze armate turche che hanno portato all’uccisione di 11 militari e il ferimento di 16, nel distretto di Semdinli (Hakkari), è stato lanciato un pesante bombardamento da parte dell’aereonautica turca delle zone del Kurdistan iraqeno dove si presume siano localizzate le forze guerrigliere. Tre guerriglieri hanno perso la vita negli scontri seguiti all’attacco contro la postazione di Semdinli.
Il portavoce del PKK, Ahmed Denis, ha dichiarato all’agenzia di stampa Firat News: “Porteremo i nostri attacchi in tutte le città turche se non si fermeranno le operazioni militari contro di noi. La Turchia ci vuole portare verso la guerra. Non tratta con noi in maniera onesta e non lo vuole fare in maniera pacifica”.
Secondo Deniz la così detta “Apertura kurda”, annunciata lo scorso anno dal governo dell’AKP sta ora vacillando tra una opposizione che denuncia il fatto che il governo si stia piegando al PKK, gli attacchi dei ribelli e le aggressioni giudiziarie contro gli attivisti kurdi.
Al funerale dei militari uccisi il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha usato parole di guerra. “Il PKK morirà nel suo stesso sangue – ha detto il premier – noi non ci fermeremo”. Parole di vendetta e odio che certo non aiutano il clima già pesantissimo che si respira in Turchia.
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