SCIOPERO GENERALE …BASCO e GRECO

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Domani le province basche del sud Hego Euskal Herria, Vizcaya, Gipuzkoa, Araba, Navarra saranno teatro di uno sciopero generale indetto dalla maggioranza sindacale basca con l’adesione, autonoma, di Comisiones Obreras che lo ha indetto solo per la CAV. Il significato di questa mobilitazione va oltre la protesta contro la riforma del mercato del lavoro approvata dal Governo Zapatero. L’adesione di 900 consigli di fabbrica si accompagna a quella delle organizzazioni politiche Sinistra Indipendentista, Eusko Alkartasuna, Aralar, Alternatiba e Ezker Batua, Izquierda Unida della CAV. Il sostegno delle formazioni politiche basche e di sinistra è un nuovo episodio di un processo politico scaturito dalla scelta strategica della Sinsitra Indipedentista che ha raggiunto un primo obiettivo con l’accordo strategico con EA. I patto tra EA ed Aralar in Navarra sembra preludere ad una confluenza di Aralar in questo polo progressista basco.  Per questo lo sciopero di domani è un banco di prova per un movimento sindacale e politico che non solo contesta i piani neoliberisiti del Governo spagnolo ma anche del PNV e UPN che di fatto accettano le ricette imposte dall’Unione Europea e dal FMI, ma propone con misure concrete un cambio di rotta politico ed economico. Come scrive oggi, Mikel de la Fuente, professore del Diritto del Lavoro sul quotidiano basco Gara, in una lunga analisi dal titolo “ Una riforma del lavoro, inefficacie, antidemocratica e antioperaia”,  “la Sovranità non risiede nel Popolo. Pur essendo di massima gravità l’attacco che rappresenta la riforma del lavoro contro la classe lavoratrice e contro lo Stato Sociale, ciò che è più preoccupante in questa crisi economica è il trapasso del potere politico dalla sovranità popolare ai mercati, essendo evidente che i cittadini partecipano in una democrazia meramente formale – votare ogni quattro anni – mentre le decisioni e il potere materiale è nella sfera politica”.  Per questo conclude de la Fuente “bisogna cambiare partitura, recuperando sovranità nelle strade e nelle urne”. E’ sintomatico che o sciopero generale in Euskal Herria coincida con il decimo sciopero generale in Grecia, il paese che fino ad ora sta pagando i costi più alti in termini sociali della crisi e soprattutto delle misure imposte dal UE e FMI


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