CENTINAIA DI MIGLIAIA PER CATALUNYA

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Dietro una senyera, bandiera catalana, e uno striscione con la scritta “Som una naciò”, siamo una nazione, centinaia di migliaia di persone, hanno dato vita a Barcelona per protestare contro al sentenza del Tribunale costituzionale spagnolo che ha invalidato numerosi articoli del nuovo statuto di autonomia.  Tutti i leader dei partiti politici catalani sono concordi nel dire che questa manifestazione segnerà” un prima e un dopo in Catalunya”. Il tentativo soprattutto da parte del Partito Socialista Catalano che governa la Generalitat, di ricondurre la protesta in un ambito autonomista è stata superata dalla forza e dalla dimensione di una mobilitazione che ha pochi precedenti non solo in Catalunya. Il sindaco di Barcelona, Jordi Hereu ha detto che la manifestazione ha “superato ogni previsione”.


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KURDISTAN, UN VOTO PER LA DEMOCRAZIA, CASA PER CASA

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Ultimi giorni di campagna elettorale in Turchia. Domenica si vota per quelle che tutti definiscono ormai elezioni storiche. A Diyarbakir e in tutte le città kurde si respira un’aria di speranza convinzione che dopo il 12 giugno le cose non saranno più come prima. Nel bene o nel male. Ma in questo momento si preferisce pensare che il nuovo capitolo sarà nel bene. I guerriglieri del PKK sono in posizione di difesa attiva ma potrebbero riprendere le azioni armate dopo il 15 giugno, come ha affermato dal carcere di Imrali (dove è rinchiuso dal 1999) anche il leader kurdo Abdullah Ocalan. Questi però sono giorni in cui si vedono le cose in positivo. Il Blocco per il Lavoro, democrazia e libertà che raccoglie i candidati sostenuti anche dal partito kurdo BDP (Partito della pace e democrazia, che non avendo possibilità di superare l’assurdo sbarramento del 10% ha preferito presentare candidati independenti) è dato dai sondaggi come una delle sorprese di queste elezioni generali. I kurdi partono da 22 deputati ma potrebbero arrivare a 30. C’è chi dice 35.

La campagna elettorale è fatta casa per casa, villaggio per villaggio. In un’elezione che ha tanti simboli sicuramente uno dei più forti è quello rappresentato da Hatip Dicle. Ex deputato del DEP assieme a Leyla Zana (anche lei candidata quest’anno) negli anni ’90, con Zana e altri due deputati è stato arrestato subito dopo le elezioni. Accusati di separatismo i quattro deputati hanno passato dieci anni (la condanna era a 22) di carcere. Usciti nel 2004, Dicle come Zana sono ritornati a fare politica tra la gente. E la repressione non si è fermata un attimo. Hatip Dicle è oggi candidato ma non può fare campagna elettorale. E’ in carcere, detenuto come migliaia di altri politici e attivisti kurdi in quel processo farsa avviato dopo la vittoria del DTP kurdo (prontamente messo fuori legge) alle elezioni amministrative del 2009. Così la campagna elettorale per Dicle la fanno i suoi compagni fuori.

“FARC is not a terrorist organization”

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The Colombian guerrillas are in Cuba since Autunm 2012 negotiating a peace agreement with the Colombian government.

NORD IRLANDA: NULLA DI FATTO NEI COLLOQUI PER IL GOVERNO CONDIVISO

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  Si sono conclusi con un nulla di fatto i colloqui tra unionisti e repubblicani nordirlandesi per cercare di salvare

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