IL SONNO DELLA RAGIONE

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Lo diceva negli anni 80, Andres Casinello, militare dei servizi segreti spagnoli, che preferiva “la guerra alla Alternativa KAS”. L’idea che una soluzione politica, pacifica e democratica, del conflitto basco spagnolo diventasse priorità per tutte due le parti, ha provocato sempre reazioni  nell’establishment spagnolo. Con il passare degli anni la discussione interna la movimento indipendentista di sinistra basco ha sancito una scelta che è ormai ineludibile, quella di un processo politico democratico e pacifico. Ma non è così per lo stato spagnolo, ed è bene sottolineare per “lo stato”. ETA e la lotta armata sono diventati da alcuni anni un arma propagandista anche per Madrid. Tanto che un capo di governo come Aznar si suicidò politicamente annebbiato ed eccitato dall’ idea che gli attentati di Madrid, marzo 2004, fossero opera di ETA e non come la realtà dimostrò, conseguenza del patto scellerato con Bush e Balir per scatenare il massacro iracheno. Sono mesi che primo ministro,  Zapatero, e soprattutto il ministro degli interni, Rubalcaba, sostenuti dal ministro  di giustizia, Caamaño  e il procuratore generale, Conde-Pumpido, leader politici del PSOE e del PP insistono che ETA è sul punto di compiere un attentato, un sequestro,. A nulla serve che ETA abbia compiuto, nello stato spagnolo, l’ultime due azioni armate nel luglio del 2009. A nulla sono serviti i numerosi arresti più di cinquanta secondo fonti governative, di presunti militanti di ETA  che in altre epoche avrebbero fatto cantare vittoria. No. ETA è sempre la disposta a tutto, a forzare un cambio di rotta nelle scelte della sinistra indipendentista, ad imporre una strategia di lotta armata per alti lustri… Anche qui a nulla servono i comunicati che danno il sostegno alla iniziativa della sinistra indipendentista. Il pretesto del “terrorismo” che tanti vantaggi, e lutti, ha provocato in tutto l mondo anche in Spagna è un boccone elettoralmente ambito. Un atteggiamento quello del governo spagnolo, guidato dal PSOE che potrebbe essere letto nell’ambito della psicologia con una sorta di “proiezione” sul “nemico”,  la sinistra indipendentista – “sono antidemocratici e violenti quindi il legalizzazioni torture, etc – e di “scotomizzazione” – il soggetto occulta o esclude dall’ambito della sua coscienza o della memoria un evento o un ricordo a contenuto penoso o sgradevole –  rispetto alla natura della transizione politica, impunità e legittimare, di fatto, la dittatura franchista.

Lo scrive oggi anche il quotidiano basco Gara: “ Come Jaime Mayor Oreja, annuncia due giorni si e due anche negoziati tra ETA ed il Governo spagnolo, il ministro degli Interni Alfredo Perez Rubalcaba si dedica a pronosticare attentati. Il ministro ha intimato giovedì scorso di stare “specialmente attenti” perché “sappiamo che alla banda (ETA) l’estate le pice in modo particolare, perché le piace molto richiamare l’attenzione affinché il telegiornali di tutto il mondo riportino i suoi attentati (..) Secondo tutti gli indizi, a ciò che bisognerebbe stare particolarmente attenti è al gusto che trova Rubalcaba ad allaramere i cittadini periodicamente; adesso è l’estate e prima fu il semestre della presidenza spagnola della UE. Tanto in dicembre come adesso, gli indicatori politici fanno scartare un attentato di ETA. Eppure l ministro degli Interni sembra impegnato nel contrario”

Questo “stato ansioso” per un attentato che non arriva ha la sua medicina nel nuovo giro di vite sulla legge dei partiti – che alcuni denominano legge di Batasuna vista che la sua approvazione aveva questo come unico scopo – che mostra sempre di più come la “fobia” verso una partecipazione realmente democratica alla vita politica basca – “tutti i diritti, tutte le idee su un piano di parità”- sia ciò che provoca il “sonno della ragione” della politica spagnola.

 


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