LA KNESSET BLINDA LA RESITUZIONE DELLE ALTURE DEL GOLAN E GERUSALEMME EST

Loading

Gara. Il Comitato Affari Interni della Knesset approvò ieri, per cinque voti contro due, un progetto di legge che dovrà essere adesso approvato dal Parlamento e nel quale si esige al Governo israeliano che nel caso di voler procedere alla ritirata e restituzione dei territori occupati e mantenuti per legge sotto la propria sovranità, come le Alture del Golan o Gerusalemme est, questa decisione deve essere sottoposta previemanete referendum.

La polemica legge, che cerca di bloccare qualsiasi iniziativa per restituire le Alture del Golan a Siria e Gerusalemme ai palestinesi, stabilisce che qualsiasi accordo di pace che includa una proposta in tal senso può essere approvata solo dalla maggioranza assoluta della Camera -61 dei suoi 120 deputati – e da una consultazione popolare. Non c’è ancora una data per la sua votazione in parlamento, però potrebbe svolgersi la prossima settimana, secondo la agenzia AFP.

Una volta approvata la legge, dovrà svolgersi un referendum entro 180 giorni, indicò Europa Press. Solo nel caso che 80 deputati o più sostengano la misura adottata si potrà evitare lo svolgimento del referendum.

Israele occupò l’altopiano del Golan alla Siria; Gerusalemme est e Cisgiordania, alla Giordania; Gaza e il Sinai all’Egitto. Da questi due ultimi territori si ritirò nel 2005 e nel 1982, rispettivamente. Di quelli che rimangono ancora sotto occupazione israeliana, le Alture del Golan e Gerusalemme est vennero annessi attraverso una legge nel 1981 e nel 1980, rispettivamente, però questa situazione non è riconosciuta dalla comunità internazionale. Siria esige la restituzione totale delle Alture del Golan come parte di trattato di pace con Israele e i palestinesi reclamano il settore est di Gerusalemme, capitale del loro futuro stato.

Tentativo fallito di Netanyahu.

Dalla meta degli anni 90, deputati israeliani hanno cercato di portare avanti una legge come quella che adesso si studia alla camera. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva chiesto che si ritardasse la votazione di ieri, al che il presidente della Commissione, Yariv Levin (Likud) si è opposto fermamente, ha informato l’agenzia EFE. La stampa locale ha segnalato che Netanyahu vuole evitare ripercussioni internazionali che l’approvazione di questa legge potrebbe comportare.

Hamin Oron, deputato del partito Meretz, ha avvertito che se questa legge verrà approvata dal parlamento, ne siriani, ne palestinesi vorranno iniziare a negoziare seriamente con Israele essendo coscienti delle difficoltà di recuperare il loro territori attraverso questa via. Karmel Shama, del Likud, considera che “fino ad ora l’Esercito difendeva il Golan dai nemici esterni, e questa legge è destinata a difenderlo dai nemici interni”.

La versione iniziale di questo progetto di legge venne elaborata durante il mandato del primo ministro Isaac Rabin ed è stata revisionata in tutti questi anni fino alla sua versione attuale.

 FONTE: http://www.gara.net/paperezkoa/20100715/210318/es/La-Knesset-blinda-devolucion-Altos-Golan-Jerusalen-Este


Related Articles

EKIN ANNUNCIA LO SCIOGLIMENTO

Loading

  Nuovo cambio nello scenario politico basco. La notizia è stata data dal quotidiano basco Gara. “ EKIN decide di

Una sinistra reale maggioranza relativa in un angolo d’Europa , ma non ditelo a nessuno!

Loading

 

Una  premessa. Il risultato elettorale di domenica 22 maggio nel Paese basco non è esistito, o quasi, sui mass media italiani. Offuscata dalla reminiscenze del “miracolo spagnolo” di alcuni anni fa, o del siamo “tutti Zapatero”, della sinistra nostrana, la realtà di oggi, ma che era anche quella di ieri, riporta a dover fare i conti con una situazione completamente diversa. Una crisi economica da paura, con il 21% di disoccupazione e Zapatero in caduta libera di consensi dopo  aver approvato un pacchetto di misure economiche che colpiscono i diritti dei lavoratori e sono approvate dai banchieri, Botin, presidente del Banco de Santander, il primis. E la sinistra indipendentista basca entra nel panorama istituzionale basco dalla porta grande, nonostante all’ultimo minuto utile, il Tribunale Costituzionale abbia legalizzato la sua presenza attraverso la formula Bildu.

Non è nuovo questo atteggiamento informativo. Negli anni della lotta armata di ETA, il pretesto “terrorista” ovviava  considerare e analizzare in profondità il movimento politico  della sinistra indipendentista che si faceva interprete di una sentire sociale e politico che andava oltre il consenso, di per se significativo, di Herri Batasuna, Euskal Herritarrok o Batasuna. Ciò che non si prendeva in considerazione, per esempio, era quanto sosteneva il poeta spagnolo José Bergamin, che decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel Paese basco, dove mori nel 1981, per il quale le province basche era l’unico luogo dove era rimasto vivo e dominante lo “spirito della repubblica” schiacciato dalla genocida regime di Francisco Franco. Un altro dato nascosto o peggio stigmatizzato dalla sinistra italica, era la natura “nazionalista” del movimento indipendentista basco, quando in realtà queste affermazioni trasudano una concezione “grande nazionalista”. Quella che considera, di fatto, i grandi stati nazione come referenti naturali,  quando la loro storia è macchiata dai più grandi crimini che l’umanità abbia conosciuto. Il movimento indipendentista basco si è consolidato come corrente ideologica e politica durante il franchismo con la nascita di ETA, rappresentando un riferimento per tutti quei movimenti che univano la rivendicazione/constatazione della propria esistenza culturale nazionale con la questione sociale e di classe. Un antidoto storicamente radicato che è l’unico veramente capace di fare fronte, sul terreno politico identitario e di classe,  alla canea regionalista xenofoba montante in Europa che si è diffusa anche grazie anche la vuoto politico e di analisi della sinistra “grande nazionalista”. Insomma il silenzio di oggi si basa su una mistificazione di ieri dove la spocchia della intelighentia di sinistra è stata speculare alla arroganza della destra economica e politica egemone ai nostri giorni.

Ci troviamo quindi con  una sinistra, nel cuore dell’ Europa, la cui proposta politica consiste nella centralità delle classi lavoratrici, nel domino della politica sulla economia, nella partecipazione diretta nella vita politica e sociale dei cittadini e cittadine, nella solidarietà interna ed esterna, nella constatazione della pluralità culturale con pari dignità, nella rottura della cultura patriarcale, omofoba e xenofoba… che è diventata maggioranza relativa in termini elettorali, dopo che lo è a livello sindacale e sociale. Visto il panorama politico europeo forse qualche riga in più, un piccolo sforza magari in taglio basso, i mass media, almeno quelli più “sensibili” a certe tematiche lo avrebbero potuto fare.

Il voto.

Nelle  quattro province basche, Bizkaia, Guipuzcoa, Alava e Navarra la settimana scorsa sono stati chiamati alle urne 2.197.000 elettrici ed elettorali per il rinnovo dei consigli comunali e in Navarra anche per la Diputacion Foral, il parlamento autonomo provinciale. I dati della Navarra che utilizzeremo sono quelli della Diputacion dove un maggior numero di votanti ha espresso la propria preferenza. L’astensione è stata di 740000 votanti.

COLOMBIA: URIBE FINE MANDATO

Loading

La Corte Costituzionale della Colombia ha respinto la richiesta del presidente Alvaro Uribe di promuovere un referendum sulla riforma della

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment