BEGOÑA URROZ, LA POLIZIA SPAGNOLA DIETRO LA SUA MORTE – Iñaki Egaña
L’infiltrazione della polizia e le bombe richiamarono l’attenzione del PSOE che dal suo organo ufficiale El Socialista (numero 6.039, 7 luglio 1960) attribuì a interessi di Franco gli attentati e la morte della bambina Begoña Urroz. Secondo il PSOE, fu il Ministro degli Interni spagnolo (allora Gobernacion) che diede la notizia degli attentati a tutte le agenzie straniere, quando abitualmente venivano nascosti.
Josè Fernandez Vazquez (alias Soutomaior), capo dell’apparto militare del DRIL riconobbe dal Venezuela, da dove dirigeva l’organizzazione, l’infiltrazione e lamentò la morte della bambina. Ammise che il DRIL commise gli attentati. I suoi archivi, depositati dalla sua famiglia istituzioni spagnole, confermano questi fatti.
La lettura che fecero le organizzazioni antifranchiste, clandestine e all’opposizione, degli attentati di Madrid, Barcelona, Bilbao e Donostia, istigati dalla Polizia spagnola, riguardava l’avvicinamento dei monarchici alfonsini verso posizioni democratiche. Non bisogna dimenticare che gli infiltrati nel DRIL provenivano da ambienti monarchici nei quali erano anche stati infiltrati.
Il regime di Franco inventava una opposizione fortemente armata e legata per questo a tutti i gruppi illegali. Poco meno di due anni dopo gli attentati del DRIL, la quasi totalità della opposizione franchista siglava un Patto contro il dittatore, nella città tedesca di Monaco di Baviera. Franco in prima persona annunciò la dichiarazione in tutto lo Stato spagnolo niente meno che due anni di stato di eccezione.
Gli archivi di polizia sul DRIL dovrebbero trovarsi nell’Archivio Generale della Amministrazione (AGA) di Alcalà de Henares. Ma qui non furono depositati. In cambio, vennero trasferiti, dopo la morte di Franco, all’ Archivio Historico Nacional. Chi ha intentato consultarli ha ricevuto risposta negativa. Il giorno che vegano aperti, lo scandalo sarà grande. Perché è evidente che quelli uccisero Begoña Urroz non erano di ETA ma, invece, erano infiltrati dalla Polizia spagnola.
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Gara Muratore pensionato. Da bambino perse tutto il rispetto per l’autorità. La sua vita è un susseguirsi di contrabbando, rapine, militanza clandestina, rifugio a perseguitati e falsificazione di denaro e di documenti per aiutare cause rivoluzionarie. Pianificò affondare gli Stati Uniti. Organizzò una truffa miliardaria ad una delle principali banche del mondo. Era ricercato da polizie di diversi paesi ed ha conosciuto il carcere. E’ anarchico. Rivendica la responsabilità delle persone. Si definisce ricco, lo definiscono irriducibile.
Nella foto: Lucio Iturbia (a sinistra) con lo scrittore Iñaki Egaña
Testo di Fermin Munarriz
Lei ha 79 anni per nelle sue conferenze le sale sono piene di giovani…
Si, perché le idee che porto sono necessarie e alla gente piace quanto dico. E’ facile cambiare il governo, però sappiamo disgraziatamente dove ci porta. La soluzione non viene dai governi, verrà dai noi stessi, se saremo responsabili, senza credere ne in chiese, in partiti o in governi…
Ci troviamo in una grave crisi: cresce la disoccupazione, il capitalismo diventa sempre più selvaggio, però la classe operaia sembra che contempli la situazione…Cosa sta succedendo?
Abbiamo molti più mezzi di una volta, abbiamo anche più libertà però dobbiamo insistere su questa idea necessaria che è la responsabilità. Per me, è perdere il rispetto a ciò che si deve perdere. Bisogna perdere il rispetto a questi capoccia imbecilli che quanto più hanno più vogliono, che non sanno fare altro che accumulare mezzi economici ma che poi non sanno utilizzarli.
Per quale ragione un giovane di oggi dovrebbe impegnarsi in una lotta contro il sistema?
Perché è necessario. La vita non è solo pane. L’essere umano è ciò che è per quello che fa. E la gente giovane deve sapere che non si tratta solo di lavorare, si tratta anche di vivere, di condividere, di creare.
Com’era lei da bambino?
Da bambino ero un rivoltoso e mi davano multe da cinque pesetas. Mia madre non poteva pagarla ed allora mi portavano castigato a piantare alberi o in carcere a Tudela. Questa fu la mia fortuna perché non dovetti fare nessun sforzo per perdere il rispetto a tutto quanto era stabilito. Per questo noi poveri abbiamo una ricchezza se sappiamo utilizzarla. Abbiamo il diritto di perdere il rispetto a questa società idiota. E non sono contro la ricchezza e l’intelligenza, sono contro il mal ultilizzo.
Fin dall’adolescenza ha conosciuto celle, caserme, carceri. Ricorda quante volte è stato arrestato o detenuto?
Mah, quando ero giovincello ho fatto….il carcere di Cascante, che era un fienile, quello di Tudela, che già era un carcere di professionisti, quello di Bera de Bidasoa e quello di Pamplona. Poi in Francia, sono stato anche qui in altre quattro o cinque carceri, però per me questo è stata un ricchezza. Se io dovessi iniziare nuovamente la mia vita rifarei le stesse cose.
Come fu il primo contattato con l’anarchismo
Il mio primo contattato fu in Francia, quando ci arrivai come disertore. Però già allora avevo avuto una piccola esperienza: A Valcarlos io avevo lavorato nel contrabbando. Ed io dico che tutti i contrabbandieri erano anarchici perché era gente che aveva perduto il rispetto all’autorità: la Guardia Civil ci vigilava per anche noi li vigilavamo per poter contrabbandare….
Ed a Parigi iniziò la vita militante nell’anarchismo..
All’inizio facevamo espropri (assalti a banche a mano armata) perché non c’era altro rimedio. Noi non abbiamo avuto ne ministri, ne deputati, ne industriali che ci abbiano aiutato. Noi anarchici facevamo gli espropri come potevamo, però io non considero un eroe quello che prende un mitra, come facevo io, incoscientemente. Puntavi il mitra ad un impiegato di una banca perché ti desse il denaro, d’accordo, però per me non era eroismo, è che non si poteva a fare in altro modo. Quando scoprimmo che potevamo fare altre cose attraverso le falsificazioni, tirai un sospiro perché io non ho ucciso nessuno però potevo essere morto o potevo uccidermi. Era pericoloso.
Che cos’è l’eroismo per lei oggi?
Per me, l’eroismo è non essere d’accordo con questa società di capoccia imbecilli, che non meritano nessun rispetto, perché bisogna essere degli imbecilli per avere i mezzi che hanno e non sapere utilizzarli. Avete visto come l’Europa trema dopo i fatti della Grecia perché non c’altro rimedio in questa società, in certi momenti, che perdere il rispetto ed anche utilizzare la violenza. Disgraziatamente non c’è altro rimedio che utilizzarla. Il timore alla Grecia è dovuto a questi gruppi di anarchici; no serve essere milioni. Tremano perché la società è molto fragile.
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