27 GENNAIO, PAESE BASCO ANCORA SCIOPERO GENERALE

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Nel mondo del lavoro basco l’adesione allo sciopero si diffonde a macchia d’olio. Fino ad ora 700 consigli di fabbrica e rappresentanze dei lavoratori hanno aderito alla mobilitazione.  Anche le quattro piattaforme dei pensionati della province, Alava, Bizkaia, Guipuzcoa e Navarra  adersicono allo sciopero denunciando che  la metà dei pensionati baschi vivono sotto la soglia di povertà: “ la pensione media di una donna che ha lavorato nel mercato del lavoro è tra i 600 e 650 euro, mentre le pensioni per la morte del coniuge non raggiungono i 600 euro e lavoratrici domestiche non arrivano ai 450 euro al mese”

Ad accrescere il significato  delle adesioni arriva anche quella di 17 organizzazioni di immigrati operanti nel Paese basco per le quali “ è arrivato il momento di rispondere a questo attacco. Dobbiamo scendere in piazza per denunciare questa ingiustizia sociale.Noi persone immigrate non siamo mercanzia da prendere e gettare, siamo esseri umani con diritti che dobbiamo essere trattati con dignità”. La condizione di immigrato è aggravata dalla “negazione di diritti derivata da leggi come  quella di Immigrazione o di Asilo e Rifugio che ci impone lo Stato spagnolo e che suppongono una maggiore esposizione a situazioni di abuso e ricatto”

Dai sindacati convocanti e dalle diverse organizzazioni che hanno aderito allo sciopero si sostiene che esista una alternativa alle politiche neoliberiste messe in atto. Uno strumento necessario è la creazione di un ambito autonomo delle relazioni lavorative e una nuova politica fiscale. Il tutto in un  contesto di sovranità politica. “Txiki” Munoz, segretario del maggior sindacato basco, ELA, sottolinea che “una gran parte della classe politica non conduce l’automezzo sul quale si trova. Un’altra parte è cosciente del ruolo che sta giocando. Gli uni e gli altri sono molto preoccupati perché sanno che la popolazione si rende conto che non sono loro che comandano, che invece sono quelli che rappresentano gli interessi  del potere economico, del capitale della grande impresa (..) L’alternativa esiste. Nella agenda della maggioranza sindacale dopo lo sciopero del 21 maggio proponemmo lo sviluppo del Ambito Basco di Relazioni Lavorative e di Protezione Sociale. Una parte del dibattito è la capacità di decisione sulle politiche pubbliche e tra le rivendicazioni, c’è reclamare la sovranità per poter decidere il nostro futuro come popolo”

 


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