GASTEIZ, 3 MARZO 1976 – DERRY, BLOODY SUNDAY 1972
Il ricordo del 1976 inizia sulle porte della chiesa di San Francisco. Mentre aprono le porte, gli irlandesi apprendono che questo fu lo scenario principale della brutale azione di polizia che cambiò radicalmente la vita di alcuni dei presenti.
Dentro la chiesa, si racconta del forte movimento operaio che si articolò in quei mesi, come venivano organizzate le assemblee e come abbandonarono il “sindacato verticale” (il sindacato unico legale dell’epoca franchista), che le loro rivendicazioni erano si contrattuali però anche per le libertà civili, politiche, e di associazione….Fino a quando, il 9 gennaio, non iniziò lo sciopero alla Forjas Alavesas, dove i lavoratori si organizzarono in assemblee e il loro esempio si estese a numerose imprese.
Ricordano come risposero gli impresari, licenziando i lavoratori e attuando serrate, senza però conseguire interrompere la dinamica delle mobilitazioni operaie, che diedero luogo a uno sciopero generale il 16 e 17 febbraio che ottenne un successo totale.
E così arrivò il 3 marzo, una data che Andoni Txasko ricorda perfettamente. Lo ha raccontato mille volte e lo farà altre mille se sarà necessario. Assieme ai suoi compagni, il portavoce di Martxoak 3 Elkartea spiega ai due invitati irlandesi che 35 anni prima che questa stessa chiesa era stracolma di cinque mila operai riuniti in assemblea, quando la Policia Armada, rompendo le finestre, sparò all’interno gas lacrimogeni, sparando con armi da fuoco sulle persone che cercavano di uscire come potevano. Il saldo fu di cinque morti e un centinaio di feriti.
Il cippo di Forjas
Dalla chiesa escono in direzione di via Reyes de Navarra, dove sul marciapiede una targa istituzionale ricorda i tre poliziotti uccisi in un attentato di ETA nel 1978. Spiegano a Doherty e Gillespies che in questa stessa zona, dodici persone morirono per cause violente tra 1975 e 1982. Le cinque del 3 marzo; i tre poliziotti; una coppia di Bergara mitragliata dalla Guardia Civil ad un posto di blocco; il padrone del bar Las Vegas e un cliente uccisi per mano di un poliziotto. Oltre a già citato Motri, che era abitante del quartiere e che fu ucciso dall’istituto militare negli ultimi giorni del franchismo. Però le istituzioni ricordano solo gli agenti di polizia. “E’l’azione popolare quella che ricorda le vittime della repressione dello Stato”, ricorda uno dei presenti.
Tornando sui loro passi, arrivano dove si trova il cippo in ricordo delle vittime del 3 marzo. Fu eretto nel 1986, precisamente alle Forjas Alavesas, dove iniziarono le assemblee e mobilitazioni e dove lavorava Pedro Martinez Ocio, che cadde ucciso in questo stesso luogo.Suo fratello guarda fissamente la targa affissa al monumento con il cemento rapido. Quelle che erano state affisse a partire dal 1977, erano state danneggiate o tolte, però per quest’ultima quando arrivò la polizia per portasela via, il cemento era ormai secco. E da allora non è stata più rimossa.
Dinnanzi al pugno forgiato in memoria delle vittime, baschi e irlandesi constatano che Derry e Gasteiz non sono così lontane, e che come il freddo e la pioggia di ieri, la fiamma che le abita è la stessa.
MEMORIA
Le cinque vittime mortali del fatti del 3 marzo 1976 furono: Pedro María Martínez Ocio, Francisco Aznar Clemente, Romualdo Barroso Chaparro, José Castillo y Bienvenido Pereda
Dalle registrazioni delle comunicazioni tra le pattuglie della polizia e il comando centrale il 3 marzo 1976 a Vitoria:
“Cerco di comunicare, però nessuno mi risponde. Devono essere nella chiesa combattendo come leoni- J-3 a J-1! Mandate rinforzi qui. Abbiamo già sparato più di mille colpi – Com’è là la questione? – Te lo puoi immaginare, dopo aver sparato mille colpi e devastare la chiesa di San Francisco. Ti puoi immaginare come è la piazza e tutto il resto. – Grazie mille, eh! Bel lavoro! –Digli a Salinas che abbiamo contribuito al pestaggio più grande della storia. –Qui c’è stato un massacro. Cambio. – D’accoro, d’accordo. – Però, veramente, un massacro”
Responsabili politici:
Il 3 marzo 1976 capo del Governo spagnolo era Arias Navarro e ministro de Gobernacion (Ministro degli Interni) Fraga Iribarne, (attuale presidente onorario del Partido Popular) che in quie giorni era sostituito temporaneamente da Adolfo Suarez (che nel luglio dello stesso anno verrà nominato dal Re Juan Carlos de Borbon capo del Governo spagnolo). Ministro de la Relaciones Sindicales era Martin Villa, divenuto in seguito ministro degli Interni e presidente di multinazionali spagnole come ENDESA (1997-2002) e attualmente di Sogecable (gruppo Prisa). Ministro de la Presidencia era Alfonso Osorio.
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