Undici anni di oblio
Undici anni sono passati dalla sparizione del presidente del HADEP (Partito democratico popolare) di Silopi, Serdar Tanis e del segretario esecutivo Ebubekir Deniz. Il 25 gennaio 2001 furono chiamati a presentarsi alla stazione della gendarmeria di ??rnak e di loro non si è più avuta notizia. L’Ufficio della Procura di Silopi ha stabilito che il caso deve essere rivalutato e lo ha inviato a Diyarbakir all’Ufficio Speciale della Procura. All’agenzia stampa DIHA l’avvocato Tahir Elci ha riferito che si aspettano un inchiesta contro i sospettati tra cui il generale di brigata in pensione Levent Ersöz, comandante della stazione della Gendarmeria al momento dell’arresto dei due politici e attualmente agli arresti per essere coinvolto nel caso Ergenekon. Le domande delle famiglie Tanis e Deniz così come quelle dei politici kurdi ai pubblici ministeri, alla presidenza dell’Assemblea nazionale turca, al Primo Ministro e alla Presidenza della republica non hanno portato alcun risultato. La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha sancito che la Turchia ha violato l’articolo 2 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e che i pubblici ufficiali sono direttamente responsabili della sparizione di Tanis e Deniz secondo l’articolo 13 bis della stessa convenzione. La Turchia è stata condannata a pagare 172 mila euro di risarcimento alle famiglie. Tanis padre ha dichiarato che fu convocato a ??rnak al Comando del Reggimento della Gendarmeria, al momento sotto il comando del generale di brigata Levent Ersöz e di essere stato minacciato a causa delle attività di suo figlio legate al partito filo kurdo HADEP. Inoltre, prima della sua scomparsa Serdar Tanis scrisse una lettera al presidente del HADEP di Diyarbakir, Ali Ürküt, confidandogli le pressioni e le minacce che lui e suo padre dovevano affrontare. Il Comandante del reggimento della Gendarmeria del tempo Ersöz Levent non è mai stato interrogato sull’argomento. Inoltre, il Comandante Maggiore della Gendarmeria di Silopi, Süleyman Can, presumibilmente coinvolto nel caso, è stato sospettosamente ucciso in un conflitto armato. In un’intervista rilasciata al quotidiano Gunluk un soldato che ha voluto rimanere anonimo, si è appreso che Tanis e Deniz sono stati uccisi nei pressi del fiume Tigri e sepolti a Dargeçit dopo essere stati prelevati dalla stazione militare di Dargeçit.
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Who is the greenest ? Or, who wants peace
It would be somehow funny, if indeed the issues were not so serious, to sit and listen to PM Erdo?an delivering one of his “inspired” speeches over current issues. Take for example his latest remarks on what he called “the solution process” (i.e. the process for a solution to the Kurdish issue) and the protests by Middle Eastern Technical University in Ankara.
On the “solution process”, Erdo?an pronounced the following quite threatening words: “The side to break the process will pay the price” and added: “We will never be the side to break it”. Now, a smile would shape the lips of everyone even not so familiar with the current state of affairs on the Kurdish question. Because indeed it is clear that while the Kurds (be it the PKK with its ongoing ceasefire, or the BDP with its ongoing proposals and attempts to break the deadlock) keep moving and trying to revive the process times and times agains, the government has chosen – to use en euphemism – a “waiting attitude”.
The question is, waiting for what ? As Godot will not turned up, clearly the government is trying – by stretching things to the limit – to push the Kurdish side into some kind of action which Erdo?an could finger at as “leaving the table”. The problem is that at present there is no “table”. And consequently no table to abandon.
I VUOTI NELLA MEMORIA UFFICIALE – Inaki Iriondo
Gara. Essere vittima di ETA ripulisce il passato di gente come Luis Carrero Blanco o Melinton Manzanas, che oggi potranno