700 BAMBINI NELLE CARCERI TURCHE

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I bambini, le principali vittime della guerra, sono quelli che continuano ad essere arrestati e ad essere soggetti a tortura, maltrattamenti durante la loro detenzione in carcere. Di seguito riportiamo alcuni articoli che dimostrano la drammatica situazione dei minori kurdi: Ceylan Onkol fatta a pezzi da una granata, Hasan Dundar, emofiliaco, condannato a 4 anni di prigione ed i casi dei minori nel carcere di Maltepe.
Sono passati 9 mesi dall’uccisione di Ceylan Onkol.
A seguito della richiesta degli avvocati e della famiglia di Ceylan è stata aperta una indagine per accertare la verità su chi e perché abbia lanciato la granata che ha dilaniato la piccola Ceylan. Il rapporto degli esperti comunque cela il nome dell’assassino. Nel rapporto si afferma che Ceylan avrebbe sbattuto contro la granata con un oggetto molto pesante e che senza quest’impatto la granata non sarebbe esplosa. La caratteristica delle granate è che, prima di produrre l’impatto, mentre sono in volo, hanno un sibilo molto fastidioso. Testimoni affermano di aver udito questo sibilo prima dell’impatto. Se poi, come afferma il rapporto, fosse veramente stata Ceylan a causare l’esplosione colpendo la granata, avrebbe dovuto avere quantomeno ferite su mani e piedi. La tesi del rapporto secondo la quale la granata non è stata lanciata contro Ceylan ma sarebbe esplosa a causa di un urto accidentale, trovandosi già sul posto, comunque sembra non reggere.
Continuano maltrattamenti e torture contro i minori kurdi in carcere
Ci sono prove di torture contro i minori nel Carcere tipo E di Maltepe. La sezione di Istanbul della Associazione per i diritti umani  ha chiesto di porre fine alla drammatica condizione dei minori rinchiusi in celle di 6 mq. Il direttore della sezione, Meral Cildir, ha affermato che i minori sarebbe sottoposti a dure torture nel carcere. Quelli che poi divengono maggiorenni sono posti in celle singole e i minori malati non vengono per niente curati. Cildir ricorda anche che i piccoli detenuti, oltre a dover subire le violenze della polizia, debbono subire anche le violenze da parte degli altri detenuti. Il direttore, ricordando infine che i minori sono in sciopero della fame, ha concluso: “Chiediamo a tutti di fare qualcosa per fermare il trattamento inumano compiuto contro questi piccoli corpi”.
Hasan Dundar (13) condannato a 4 anni
I minori continuano ad essere condannati per il lancio di pietre. Hasan Dundar, già incarcerato all’età di 13 anni, è stato di nuovo arrestato dopo essere stato rilasciato. Il ragazzo, che già ha trascorso 4 mesi nel carcere di Adana, è stato condannato a 4 anni nonostante che sia gravemente ammalato (emofilia).
MINORI E CARCERI: IL DRAMMA KURDO IN IRAN
Dopo l’esercito turco, anche quello iraniano ha ucciso due giovani che stavano attraversando il confine tra Turchia ed Iran nei pressi di Urmiye (Dalamber). Le due vittime sono Zanyar Braimi (14) e Sahap Bigzade. I soldati, che hanno ferito altre tre persone, hanno ucciso anche 60 cavalli e ne hanno portati via almeno 20. Negli ultimi 6 mesi sono almeno 32 i kurdi uccisi dalle guardie di confine iraniane.


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IL SONNO DELLA RAGIONE

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Le ultime parole di ?îrîn Elemhulî, impiccata in Iran

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?îrîn Elemhulî, impiccata in Iran insieme ad altri 4 detenuti  curdi, ha lasciato questo messaggio prima dell’esecuzione : Vogliono  che io nego di essere Kurda. Mi hanno offerto una collaborazione. Se avessi accettato avrebbero revocato l’ordine, ma io non ho accettato. “
?îrîn Elemhulî, 4 giorni prima dell’ esecuzione aveva scritto una lettera, nella quale scriveva dei suoi tre anni di detenzione.  Lei  a cui non è spettato nemmeno avere un avvocato difensore  ha scritto di terribili torture e violenze dietro quelle porte di ferro.

“Mi impiccano perchè sono kurda. Ho sofferto in carcere le pene dell’inferno e non so perchè mi abbiamo arrestato e perchè mi impiccano.  Solo perchè sono kurda? Sono nata kurda e solo per questo ho dovuto patire le più terribili violenze e torture.” Lei ha scritto che lo Stato iraniano pretendeva che lei negasse la sua nazionalità. ” Se lo avessi fatto, avrei mentito a me stessa. La mia lingua è il kurdo. Sono cresciuta con questa lingua. E loro non vogliono che io parli o  scriva nella mia lingua.”

La vostra tortura è il mio incubo. Nella sua lettera si rivolge anche ai giudici che non le hanno permesso durante gli interrogatori di parlare in kurdo. Negli anni della detenzione, nel carcere femminile di Ewin ha imparato il persiano. ” E per il fatto che io non sapevo parlare bene il persiano e che voi volevate registrare le mie dichiarazioni nella vostra lingua, non avete capito quello che dicevo.” I maltrattamenti che mi avete fatto sono stati di notte i miei incubi e di giorno il mio dolore. In seguito alle torture avevo durante gli interrogatori terribili mal di testa e in alcune giornate non ce la facevo a resistere. Non riesco più a rendermi conto di cosa succede intorno a me e per ore intere non sono più me stessa. E continuamamente sangue dal naso.  Un’altra conseguenza delle tortura è la perdita della vista e continui capogiri.  E non ho il diritto ad avere una cura. Lei  scrive che negli altri carceri iraniani succedono le stesse cose.  Le sue ultime parole prima dell’ esecuzione: Quello che mi avete fatto, non lo avete fatto solamente a me e alla mia famiglia. Lo so. Queste torture le hanno subito anche  Zeynab Celaliyan, Rûnak Sefazade  e tanti altri Curdi. E le madri curde, con gli occhi pieni di lacrime aspettano per giorni e giorni di vedere i loro figli. Ogni volta che squilla il telefono si tormentano pensando di ascoltare terribili notizie. Mio figlio è stato impiccato…….

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