AUDIENCIA NACIONAL E DINTORNI

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Garzon e la tortura

Tre anni dopo essere stati arrestati dalla Guardia Civil in una operazione che ebbe grande risalto sui mezzi d’informazione, sei dei nove arrestati, accompagnati dai loro famigliari e avvocati hanno annunciato in una conferenza stampa di aver interposto una denuncia al Tribunale Supremo contro il giudice Balatzar Garzon; Carmen Baena Salamanca, medico forense della Audiencia Nacional; e gli agenti che svolgevano il compito di segretario e istruttore.

L’avvocatessa Haizea Ziluaga ha spiegato che l’iniziativa contro questi quattro funzionari pubblici si fonda sul fatto che sono i responsabili di non aver messo in atto gli strumenti atti ad impedire la pratica della tortura contro le persone arrestate. Gli arrestati furono Arkaitz Goikoetxea, Maialen Zuazo  e Anabel Prieto, a Bilbo; Gaizka Jareño e Adur Aristegi, a Elorrio; Mikel Saratxo e Iñigo Gutiérrez, a Getxo; Aitor Kotano, nella località pontevedrina di Nigrán; e Libe Agirre, e Fuengirola. Poco dopo il oro arresto, lo stesso Garzon annunciò la messa in atto di un protocollo per proteggere l’integrità fisica e psichica di questi cittadini baschi, però in realtà – ha precisato l’avocattesa – questo protocollo “non venne mai messo in atto”

L’iniziativa pone di nuovo all’attenzione la questione della tortura nello stato spagnolo. L’avvocatessa del TAT (Torturaren Aurkako Taldea), Ane Ituiño,  ha detto che la designazione del giudice Baltazar Garzon come membro spagnolo del Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa e l’ultimo dossier della Defensoria del Pueblo , le cui conclusioni sostengono che non ci sono denuncie di maltrattamenti, sono nuovi episodi della volontà dello Stato spagnolo “di occultare la pratica della tortura e maltrattamenti nei commissariati”

Otegi assolto

Arnaldo Otegi, esponente della sinistra indipendentista basca, è stato assolto nel secondo processo intentato contro di lui per aver partecipato, nel 2005, in un atto per la liberazione del prigioniero basco José Mari Sagurdi “Gatza”, scarcerato nel giugno scorso dopo 30 anni di detenzione. Otegi era accusato di apologia di terrorismo ed era già stato processato sempre da un tribunale della Audiencia Nacional presieduto in quella occasione dalla giudice Ana Morcillo. La sentenza di condanna venne annullata dal Tribunale Supremo per “mancanza d’imparzialità della giudice Morcillo”. Nel nuovo processo presieduto dal giudice Bermudez, è stato applicato il principio del dubio pro reo assolvendo il politico basco dal delitto di “apologia di terrorismo” nel considerare che esiste “dubbio ragionevole” sulla finalità del discorso pronunciato da Otegi. Un episodio che aveva sollevato polemiche fu la recriminazione della giudice Morcillo nei confronti di Otegi per il paragone che aveva fatto il politico basco di Sagurdui con Nelson Mandela. La Morcillo disse che era improprio il paragone tra “un terrorista, (Sagurdui) e un uomo simbolo della lotta per i diritti umani che non appoggiò mai l’utilizzo della violenza (Mandela)”. Una falsità storica. Alla giudice venne ricordato che Nelson Mandela fu il fondatore del (Umkhonto we Sizwe (La lancia della nazione) il braccio armato dell’African National Congress per lottare contro il regime dell’apartheid sudafricano.

Audiencia Nacional, che fare?

Nella memoria dell’anno 2010, il presidente dell’Audiencia Nacional, il tribunale speciale spagnolo, Angel Juanes, riafferma implicitamente la funzione primordiale di questo tribunale istituito nel 1977 nello stesso decreto che annullava il Tribunal de Orden Pubblico, il tribunale franchista che giudicava i delitti di opinione. In essa, come scrive il quotidiano Publico del 9 luglio, disegna le prospettive future in “un orizzonte senza terrorismo” Juanes punta su una maggiore specializzazione dei giudici del tribunale speciale spagnolo, per la lotta contro la delinquenza organizzata che oltrepassa le frontiere, e obbliga a una maggiore collaborazione tra paesi con formule che abitualmente centralizza, asserisce Juanes. Il presidente della Audiencia Nacional sente la necessita di dare senso alla funzione del tribunale adattandolo a “nuove necessita giudiziarie” che si possano presentare, perché non sono mancate voci che stanno anticipando la fine di ETA e quindi chiedono l’abolizione della Audiencia Nacional.


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Era una noche cerrada como pocas. Apenas percibía las marcas que delimitaban la carretera. Paré en un restop de la autopista lleno de máquinas y estancias cerradas a prueba de asaltadores nocturnos con síndrome de abstinencia. Un café bien cargado. Cuando reanudé la marcha, una lluvia fina golpeaba el cristal del automóvil mientras la niebla se deslizaba por los bordes del camino.

Eché mano a la música para hacer más llevadero el viaje. Los kilómetros fueron cruzando monótonos, cargados de indiferencia. Hasta que llegó una tonadilla que me llamó la atención, recitada por un cantautor caribeño. La había oído alguna otra vez, sin atención, la canción más hermosa del mundo. Demasiado pretencioso para un título, demasiado engreída para ser una canción. Saltó la siguiente y, entre el piano de Antxon Valverde, la letra de Xabier Lete y la voz de Mikel Laboa, olvidé la traza de aquella balada porque lo hermoso acudía en euskara.

Pude recostarme cerca de la cárcel y dormir unos minutos antes de que la claridad de una brumosa y húmeda mañana me sacudiera el semblante, sin estridencias, con la tranquilidad de, una vez más, haber llegado hasta las puertas del presidio. Sin percances. Me hubiera gustado amanecer a tu lado, sentir tu perfume diluido en tu respiración, intuir tu sueño profundo y acariciar tu piel incipiente de arrugas. Recordé por un momento a Mikel Urdangarin cuando cantaba aquello de  “Zure bihotza nire neurrira nola egina dagoen”. Y me invadió ese desasosiego previo al encuentro que sólo con los años sabemos ocultar.

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