IL MISTERO IRRISOLTO DI JON ANZA – Angelo Miotto
Peacereporter. Militante basco scomparso per undici mesi e undici giorni, con gravi sospetti di guerra sporca. Ieri il ritrovamento del corpo. Ma il mistero resta
Era scomparso il 18 aprile del 2009. Un uomo corpulento, gonfiato dai medicinali, reso quasi cieco da un male che lo stava divorando. Il suo nome era Jon Anza. Aveva un treno alla stazione di Baiona il 18 di aprile dell’anno scorso, direzione Tolosa. Si sedette in uno scompartimento e da allora la sua compagna, Maixo, e la sua famiglia non ebbero più notizie di lui. Fino a un comunicato di Eta e alle denuncie che sono comparse sui quotidiani Gara, basco, Le Monde e Libération, francesi. Per arrivare alla notizia lanciata ieri da France3, quando un mezzobusto ha annunciato che il corpo di Jon Anza era in un deposito di cadaveri non identificati della città di Tolosa, proprio là dove l’uomo di 47 anni doveva arrivare. Cosa è successo a Jon Anza?
Jon Anza. Condannato nel 1982, quando aveva 21 anni, Anza è stato ritenuto colpevole di appartenenza a banda armata, con una pena comminata di 103 anni di carcere. Dopo averne scontati venti torna in libertà. Nel 2005 si trasferisce in Francia. Diplomato in giornalismo, va a lavorare in una fabbrica che produce poltrone. La sua militanza vive della lotta per i diritti dei prigionieri politici baschi. Il 18 aprile 2009 deve viaggiare fino a Tolosa e sarà un comunicato dell’organizzazione armata a fornire dei primi dettagli sulla sparizione dell’uomo. È il 18 maggio 2009: Eta scrive che Anza è ancora un suo militante, incaricato di protare una consistente somma di danaro fino a Tolosa. Ma il primo appuntamento e i due seguenti che vengono stabiliti in caso di pericolo non vengono rispettati. La sparizione di Anza fa parlare del ritorno dell’incubo guerra sucia, la guerra sporca di Stato, che la Spagna aveva avviato negli anni 80 – nei governi socialisti di Gonzales – armando e dirigendo squadroni della morte chiamati gal, i gruppi armati di liberazione che si dotarono anche di manovalanza straniera, pistoleros fra i quali spiccano nomi famosi dell’eversione di destra degli anni bui italiani, quelli delle stragi. L’evocazione della guerra sporca trova alcuni indizi inquietanti nelle notizie che riguardano dei sequestri lampo di altri ex prigionieri politici che vengono interrogati in luoghi appartati di montagna da agenti in borghese dell’antiterrorismo spagnolo, in territorio francese. La cooperazione fra Madrid e Parigi ha permesso che a oggi un centinaio di uomini delle forze di sicurezza spagnole possano girare in maniera autonoma e armata in terra francese.
Le inchieste giornalistiche. Il quotidiano Gara pubblica nei mesi scorsi delle inchieste precise, fonti riservate, secondo le quali Anza sarebbe stato prelevato da un gruppo di agenti in borghese e sarebbe morto durante un interrogatorio, quindi sepolto in un luogo sconosciuto. Le inchieste giornalistiche francesi riportano di un ‘grave imbarazzo’ da parte di ambienti dell’antiterrorismo francese che faticano a trovare delle spiegazioni su questa sparizione e soprattutto sull’operato dei gruppi di agenti spagnoli in borghese che appaiono compleatamente sciolti dall’obbligo di fornire tutte le informazioni che riguardano le loro operazioni. Le inchieste giudiziarie sono due: una aperta dal giudice spagnolo Fernando Andreu – siamo a febbraio 2010, dieci mesi dopo la sparizione – l’altra dalla giudice francese Anne Kayanakis, il 17 maggio del 2009. Fra i dati che la magistrata ha a disposizione ve ne sono alcuni di grande interesse: il primo è che la stessa organizzazione armata scrive nel comunicato che le impronte digitali di Anza erano state recuperate dalla polizia su una scatola che contenenva del materiale informatico, rinvenuta nel bosco di Saint-Pée-sur-Nivelle, nel dipartimento dei Pirenei atlantici. Ma quelle impronte, il dato viene acquisito ufficilamente dalla giudice francese, vengono codificate il 16 maggio del 2008. Come fa notare il giornalista di Liberation Karl Laske, cinque mesi prima che Anza prenda il suo ultimo treno.
Il mistero resta. E allora le tessere del mosaico proprio non collimano, e ancor di più adesso che il cadavere è stato ritrovato. Perché ci sono date e situazioni che proprio non tornano. Il giudice Kayanakis ha sempre sostenuto che le ricerche erano state effettuate su tutto il territorio, includendo anche i depositi di cadaveri non identificati. Eppure il cadavere spunta fuori proprio in una struttura di questo genere e per di più a Tolosa. Il quotiodiano spagnolo El Pais scriveva ieri sera che “Anza sarebbe stato visto vagare in stato di incoscienza in un parco della città dopo aver sofferto un infarto, tenuto una decina di giorni in ospedale e poi sarebbe morto”. Ma vediamo qual è stata la versione della polizia comunicata alla famiglia: Anza sarebbe stato preso in consegna dai pompieri di Tolosa il 29 aprile dopo una segnalazione telefonica. Dopo un primo intervento di rianimazione, Anza sarebbe stato trasportato all’ospedale Purpan e là sarebbe morto dopo tredici giorni, l’11 di maggio 2009. L’apertura del’inchiesta francese è datata 17 di maggio 2009. Le impronte di Anza sono note all’antiterrorismo dal maggio del 2008.
Fra il 18 aprile e il 29 aprile, quando Anza sarebeb stato portato in ospedale, ci sono 11 giorni.
Cosa è successo davvero a Jon Anza?
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