PIU’ POTERI A BELFAST: STORICO VOTO

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L’assemblea per il nord Irlanda ha votato e approvato il trasferimento dei poteri sulla polizia e sulla giustizia da Londra a Belfast. In pratica questo si tradurrà nella nomina, il 12 aprile, del primo ministro della giustizia nordirlandese da quando i cosiddetti Troubles sono iniziati, cioè quasi quarant’anni fa. In un voto teso e preceduto soprattutto da settimane di stallo e recriminazioni, alla fine, il 9 marzo unionisti e nazionalisti hanno approvato il trasferimento. Quanto ai candidati per il posto di ministro della giustizia, sembra quasi certo che sarà David Ford (leader del partito di centro Alliance).


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POSSIBLE PEACES/Giaco

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Apología de la contaminación o el conflictos entre ideas

Allá por el 1991 la televisión italiana emitió una entrevista con un portavoz de ETA. El revuelo en el Reino de España fue extraordinario. Algunos medios llegaron a pedir la expulsión del enviado de la RAI en el Reino. Como reparación a alguien, en la dirección del la televisión italiana, se le ocurrió la idea de entrevistar al entonces secretario de estado para la seguridad, Rafael Vera. El periodista le preguntó a qué se debía tanto ruido por una entrevista. Rafael Vera preguntó, a su vez, sobre la reacción que tendría el Gobierno italiano si la televisión española entrevistara a un jefe de la mafia. El periodista le respondió que ningún Gobierno italiano se había sentado públicamente en una mesa a dialogar, en un país extranjero, con representantes de la mafia como lo había hecho el Gobierno español en Argel con representantes de ETA.

LETTURE DI UNA SENTENZA POLITICA

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Dopo le reazioni a caldo, la sentenza contro gli esponenti della sinistra indipendentista mette in luce i motivi e le conseguenze di questo atto politico giudiziario. Sono molti gli elementi che appaiono. Che riguardano “le” questioni di fondo, il conflitto basco spagnolo e l’esistenza della sinistra indipendentista  ma anche la dialettica tra le forze politiche spagnole e basche.  La condanna a dieci anni a Otegi e Diez e a 8 a Jacinto, Zabaleta e Arkaitz ha fatto il giro del mondo anche per la “strana” lettura che comporta il leggere che sono stati/e condannati/e come dirigenti di una “banda armata” di cui chiedono la fine della azione armata…La magistratura alza una difesa corporativa alla sentenza. Baltazar Garzon, il giudice istruttore del caso in questione dice che la sentenza “è stata imparziale e equilibrata”, il che è per lo meno azzardato visto che la giudice, Angela Murillo, presidente della corte che ha giudicato Otegi e gli altri, si vide, dal Tribunal Supremo, revocata la sentenza contro Otegi in un altro processo per “manifesta mancanza di imparzialità con l’imputato”. Conde Pumpido, Procuratore Generale dello Stato, da parte sua dice che la sentenza “ci avvicina sempre di più alla pace”, che fa da eco a alla dichiarazione del 2003 dell’ allora Ministro degli Interni Acebes (PP) che considerava la chiusura manu militari del quotidiano in euskara, la lingua basca, Egunkaria, come di “una operazione in difesa e protezione dei diritti e delle liberta dei baschi, della loro cultura, del loro pensiero e della espressione della loro lingua in liberta”. Una idea tutta spagnola della democrazia – s’incarcera come “terrorista” chi chiede la fine della lotta armata e si “difende la cultura basca” chiudendo l’unico quotidiano in euskera-!!!

Open Letter to World Women, from Colombian Women

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The guerrillas of the Revolutionary Armed Forces of Colombia (FARC-EP), meeting in the Temporary Zone of La Elvira, Cauca, with

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