PALESTINA: GIORNO DEL PRIGIONIERO

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TeleSUR. I palestinesi hanno commemorato sabato  il giorno del prigioniero, favore dei sette mila prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane a causa della resistenza contro l’occupazione israeliana. Migliaia di uomini, donne e bambini hanno partecipato alla manifestazione convocata dalla organizzazione per la liberazione della Palestina nella piazza Al-Manara di Ramallah in appoggio ai reclusi.

Sulle strade adiacenti alla piazza erano appese bandiere palestinesi e manifesti con messaggi per i prigionieri sui quali si assicurava che non verranno lasciati soli e che la lotta per raggiungere la liberazione nazionale continuerà. Il primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh, ha colto l’occasione per esigere la liberazione di tutti i suoi connazionali prigionieri. “assumiamo le nostre responsabilità e obblighi politici, informativi e legali con nostri prigionieri nelle carceri israeliane . Nessun può chiudere gli occhi mentre i prigionieri continuino ingiustamente reclusi”.

La settimana scorsa i prigionieri palestinesi hanno iniziato  uno sciopero della fame  per chiedere un miglioramento delle loro condizioni. Una delle donne presenti alla manifestazione, Tuhaira Graibi Zeit, denunciò che suo figlio, Raed Zeit, un ragazzo di 17 anni, fu condannato dalla giustizia israeliana a 20 mesi per il presunto lancio di pietre alle forze di sicurezza israeliane, però, secondo la madre, nel processo militare l’esercito “non presentò nessuna prova”. Zeit, denunciò che da due mesi le autorità israeliane non hanno permesso nessun contatto con suo figlio, “è un ancora un bambino, sta soffrendo,  e non so nemmeno se sta seguendo lo sciopero della fame”. Degli oltre settemila palestinesi prigionieri in Israele, 34 sono donne, 270 minori e 780 sono condannati all’ergastolo.

Le autorità palestinesi stimano in 200 il numero dei prigionieri morti nelle carceri ed attribuiscono le morti a “la tortura, mancanza di attenzione medica o assassinio deliberato”

L’ultimo caso si verificò venerdì scorso quando Muhamand Ahmad Hamad, un giovane palestinese di 26 anni è morto mentre si trovava detenuto in una delle carceri israeliane, dove scontava una condanna con la ‘accusa di aver  cercato di uccidere un cittadino israeliano.

Almeno 14 prigionieri sono stati sottoposti a regime di confinamento solitario per un periodo di cinque anni, secondo la denuncia del Ministero palestinese dei Prigionieri che aggiunge inoltre l’esistenza di 1500 casi di prigionieri di origine palestinese che stanno soffrendo gravi malattie mentre Israele non fornisce loro “adeguato trattamento medico e limita frequentemente i medicamenti per mitigare il dolore”.

L’accensione della simbolica Candela della libertà di fronte alla case dei genitori di Nael Barghouthi, che dopo 33 anni di carcere in Israele è considerato  il prigionieri politico che sta scontando la pena da più anni nel mondo, è stato dato inizio alle celebrazioni del Giorno del Prigioniero nella zona di Kober (vicino a Ramallah).

Nella Frangia di Gaza decine di persone, tra loro famigliari di prigionieri e dirigenti politici, hanno innalzato una tenda da campagna dinnanzi agli uffici della Mezza Luna Rossa a Gaza capoluogo attuando un giorno di sciopero della fame in solidarietà con i prigionieri.

Venerdì scorso, Hamas e Yihad Islamica hanno organizzato manifestazioni di massa nel centro e nel sud della frangia di Gaza per esigere ad Israele la liberazione di tutti i


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ISRAELE, COLOMBIA, …STRASBURGO, I DIRITTI UMANI? IL CASO DI YAIR KLEIN – GUIDO PICCOLI

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Nella provinciale, misera, ignorante Italia e nella sua corrispondente informazione, questa notizia non fa notizia. Si tratta di qualcosa successo in un paese lontano, la Colombia, che per tutti, o quasi, è giusto interpretare e dipingere come un esotico paese violento e drogato. Ma anche di qualcosa che tira in ballo Israele e, dulcis in fundo, il Tribunale di Strasburgo, la massima istanza europea che si occupa e governa sul tema dei diritti umani. Ebbene, cosa ha deciso nei giorni scorsi il Tribunale di Strasburgo? Che sarebbe illegitima l’estradizione di Yair Klein in Colombia dove è richiesto per rispondere del suo passato di istruttore di narcos e paramilitari. Il Tribunale di Strasburgo difende un uomo non europeo: Israele non è un paese europeo. Il Tribunale di Strasburgo si preoccupa di un uomo detenuto in Russia: la Russia è un paese europeo. Comunque il Tribunale di Strasburgo si scomoda a dire la sua. Quello che lascia più sbalordito sono le motivazioni: “i giudici russi non avrebbero preso in considerazioni le dichiarazioni dell’imputato sulle torture alle quali potrebbe essere sottoposto in Colombia”. C’è da ridere, ma anche da scandalizzarsi. L’Europa che non ha mai mosso un dito sulla pratica abitudinaria della tortura, delle sparizioni forzate, degli omicidi extragiudiziari praticati in Colombia contro sindacalisti, attivisti dei diritti umani, leader e militanti politici di opposizione, si preoccupa dei rischi che correrebbe un mercenario che ha insegnato ai narcos e ai paramilitari la pratica della tortura e più in generale del terrore. Il Tribunale di Strasburgo fa finta di non sapere che Yair Klein è ideologicamente affine a coloro che, a partire da Uribe, dominano il paese, anche grazie al suo lavoro sporco. Ma che banda di ipocriti, falsari e, forse – per qualcuno dei suoi componenti anche ignoranti- è mai questo cosiddetto Tribunale?

Per capire chi sia Yair Klein riproduco due frammenti del mio libro “Colombia, il paese dell’eccesso” (Feltrinelli, 2004)

 

 

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