GOVERNANCE E “DOPPIO PENSIERO”

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John Brown

Rebelion (…) Sulla stampa dell’ Europa occidentale ed in modo paradigmatico sulla stampa populista tedesca il sui emblema è Bild, di solito ci si appella alla “corruzione” esistente in Grecia per giustificare la terapia shock imposta ai lavoratori greci. Infatti, in Grecia “lo sport nazionale è la frode fiscale” e i servizi pubblici si diventano agili, spesso, grazie al “fakelaki” (la bustarella con denaro che si consegna ai funzionari ed ai medici per avere risposte in tempi e condizioni ragionevoli), essendo tratti propri del paese la menzogna e il furto delle risorse pubbliche. Il peggio è che nella stessa Grecia c’è chi crede che questo è un problema nazionale. Significa dimenticarsi che, pur esistendo indubbiamente corruzione in Grecia, questo paese non ha niente di eccezionale. Se per corruzione nella vita pubblica intendiamo che l’attuazione dello Stato si basa, non sugli interesse generale, ma sugli interessi privati, la corruzione è una caratteristica generale dei paesi capitalisti ed è tanto maggiore quanto più a fatto strada in questi paesi il modello neoliberale. La “governance”, concetto chiave del neoliberismo oggi dominante, non è altro che la sostituzione della democrazia con modi “più flessibili” e “agili” di presa di decisioni, basati nella partecipazione diretta degli “interessi economici” nella legislazione che li riguarda. Vediamo i risultati della governance nella fuoriuscita di petrolio del Golfo del Messico è conseguenza diretta della riduzione di misure di sicurezza delle piattaforme estrattive imposta da British Petroleum al governo federale nordamericano ai tempi di Bush, o la penetrazione progressiva degli organismi geneticamente modificati nella agricoltura della UE con la connivenza della Commissione europea ispirata dal padronato europeo UNICE e più direttamente dalla Monsanto, o nella proposta dei saggi incaricati di studiare il futuro dell’Europa che propongono che si sviluppi ancor più l’energia nucleare e si prolunghi la vita lavorativa degli europei riducendo allo stesso tempo le loro pensioni…Quando la produttività del lavoro si è moltiplicata per quattro negli ultimi trenta anni, non si può dire che il problema delle pensioni dipenda dalla relativamente piccola diminuzione della popolazione attiva che si prevede. La denominata crisi delle pensioni è il risultato dell’accaparramento dei benefici dell’aumento di produttività da parte del capitale. Quando alcuni cittadini incassano prebende e tangenti si parla di corruzione , quando il governo nel suo insieme sia a livello nazionale come europeo è al servizio degli interessi privati, questa corruzione maiuscola viene chiamata buona gestione. Avviene con la corruzione come con il terrorismo: quando i crimini li esegue lo stesso Stato si trasmutano miracolosamente in atti virtuosi.

Fonte: http://iohannesmaurus.blogspot.com/2010/05/grecia-2-la-corrupcion.html

 

Noam Chomsky

TeleSUR

Il 18 febbraio, Joe Stack, un ingegnere informatico di 53 anni, si suicidò schiantandosi con il suo piccolo aereo contro un edificio a Austin (Texas), distruggendo un ufficio delle imposte (IRS nella sigla inglese), uccidendo un’altra persona e ferendone molte altre. Stack ha lasciato un manifesto contro il governo nel quale spiegava le sue azioni. La storia inizia quando era un adolescente che viveva nella penuria di Harrisburg, Pensilvania, vicino al cuore di quello che un tempo fu un grande centro industriale. La sua vicina, un’ ottantenne che sopravviveva con alimenti per gatti, era la vedova di un operaio metalmeccanico ritiratosi. Il suo sposo aveva lavorato tutta la vita nelle fonderie del centro della Pensilvania, confidando nelle promesse delle grandi imprese e del sindacato che per i suoi 30 anni di servizio, avrebbe avuto una pensione ed attenzione medica dopo il suo ritiro.

“Invece, fu uno delle migliaia che non ricevettero niente perché l’incompetente amministrazione delle fonderie ed il sindacato corrotto (per non menzionare il governo) entrarono nei suoi fondi pensione e gli rubarono il ritiro. L’unica cosa che a lei era rimasto per vivere era la previdenza sociale”. Poteva aggiungere che i molto ricchi e i loro alleati politici continuano cercando di porre fine alla previdenza sociale. Stack decise che non poteva avere fiducia delle grandi imprese e che avrebbe intrapreso una sua propria strada, per scoprire solo che non poteva nemmeno fidarsi in un governo al quale non interessava la gente come lui, ma solo i ricchi e privilegiati; o di un sistema legale nel quale “ci sono due” interpretazioni di ogni legge, una per i molto ricchi e l’altra per tutti noi”. Il governo ci lascia con “la barzelletta che noi chiamiamo sistema sanitario statunitense, incluse le compagnie farmaceutiche e di assicurazione (che) stanno assassinando decine di migliaia di persone all’anno”, poiché razionano l’attenzione in gran misura sulla base della ricchezza e non della necessita. Il manifesto di Stack termina con due frasi evocatrici: “Il credo comunista: ad ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo le sue necessita. Il credo capitalista: ad ognuno secondo la sua credulità, che ognuno riceva secondo la sua avidità”

Studi commoventi delle zone abbandonate degli Stati Uniti rivelano una indignazione comparabile tra gli individui che sono stati sgomberati nella misura in cui i programmi corporativi-statali chiudevano fabbriche e distruggevano famiglie e comunità. Un’acuta sensazione di tradimento si percepisce tra la gente che credeva di aver compiuto il suo dovere con la società attraverso un patto morale con le imprese ed il governo, solo per scoprire che furono solo strumenti di lucro e di potere. Esistono somiglianze sbalorditive in Cina, la seconda economia più grande del mondo, studiata dall’ esperta della UCLA Ching Kwan Lee. Lee, ha comparato l’indignazione e la disperazione della classe operaia negli abbandonati settori industriali degli Stati Uniti con quello che definisce la zona industriale della Cina: il centro industriale socialista del nord est, adesso abbandonato per lo sviluppo della zona a rapida crescita del sud est. In ambedue le regioni, Lee trovò proteste di massa dei lavortori, però differenti nel carattere. Nella zona industriale abbandonata, gli operai esprimono la stessa sensazione di tradimento che i loro colleghi negli USA; nel loro caso, il tradimento dei principi maoisti di solidarietà e dedizione allo sviluppo della società che loro consideravano un patto sociale e che  adesso è solo un’amara frode. In tutto il paese, decine di milioni di lavoratori separati dalle loro unità di lavoro “sono pervasi da una profonda sensazione di insicurezza” che genera” furia e disperazione”, scrive Lee. Il lavoro di Lee e gli studi nella zona abbandonata degli Stati Unti mettono a nudo che non dovremmo sottovalutare la profondità della indignazione morale che è presente dietro l’amarezza furiosa, spesso autodistruttiva, verso il governo ed il potere degli impresari. Negli Stai Uniti, il movimento populista chiamato Tea Party – ad ancor più i circoli più ampi a cui arriva – riflette lo spirito della delusione. L’estremismo antifiscale del Tea Party non è così immediatamente suicida come la protesta di Joe Stack, ciononostante è suicida. Attualmente, la California è un ‘esempio drammatico. Il maggior sistema pubblico di educazione superiore al mondo viene smantellato. Il governatore Arnold Schwarzenegger dice che dovrà eliminare i programmi statali di salute e beneficenza a meno che il governo federale non apporti 7 miliardi di dollari. Altri governatori si stanno unendo alla petizione. Intanto, un poderoso movimento recente per i diritti degli stati sta richiedendo al governo federale che non s’immischi nei nostri problemi, un buon esempio di quello che Orwell chiamò “doppio pensare”: la capacità di avere in mente due idee contraddittorie mentre si crede in entrambe, praticamente uno slogan dei nostri tempi. La situazione in California è il risultato, in gran parte, del fanatismo antifiscale. E’molto simile in altre parti, incluso nei sobborghi ricchi.

Alimentare il sentimento antifiscale è stata caratteristica della propaganda padronale. La gente deve essere indottrinata per odiare e temere il governo per buone ragioni: dei sistemi di potere esistenti, il governo è ‘unico che, in principio, ed in certe occasioni di fatto, risponde al pubblico e può restringere le razzie del potere privato. Eppure, la propaganda antigovernativa deve essere spiegata. Le imprese, ovviamente, favoriscono uno stato poderoso che lavora per le istituzioni multinazionali e finanziarie, ed incluso le riscatti quando distruggono l’economia. Però, in un esercizio brillante di doppio pensiero, la gente è portata ad odiare e temere il deficit. In questo modo, gli associati delle imprese a Washington potranno accordare la riduzione degli benefici e dei diritti come la previdenza sociale (ma non i riscatti). Allo stesso tempo, la gente non dovrebbe opporsi a ciò che in gran parte sta generando il deficit: il crescente bilancio militare ed il sistema sanitario privatizzato completamente inefficiente.

E’facile ridicolizzare come Joe Stack ed altri come lui esprimono le loro inquietudini, però è molto più appropriato comprendere ciò che c’è dietro le loro percezioni ed azioni in un’epoca nella quale le persone con veri motivi di protesta sono mobilitate in forme che rappresentano un grande pericolo per se “stesse e per gli altri.

Fonte: http://www.jornada.unam.mx/2010/05/09/index.php?section=opinion&article=028a1mun

 

 


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New legal system in Rojava

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One of the most significant developments of the revolutionary struggle in Rojava has been the institution of a new system

VENEZIA, 11-12 FEBBRAIO 2011. PROCESSI DEMOCRATICI DI SOLUZIONE DEI CONFLITTI.ESPERIENZE DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA.

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L’11 e 12 febbraio 2011 a Venezia (SALA S. LEONARDO,  Rio Terà S. Leonardo, Cannaregio 1584) si svolgerà la seconda conferenza internazionale “Processi di Pace e Risoluzione dei Conflitti” promossa dal Centro Pace del Comune di Venezia. Questa conferenza si svilupperà su due assi: da una parte l’analisi dei processi (in atto o in fieri, e comunque allo stato unilaterali) di ricerca di una soluzione pacifica, basata sul dialogo, del movimento kurdo e della sinistra abertzale basca a un anno dalla prima conferenza veneziana, svoltasi nel novembre 2009. In quell’occasione la sinistra indipendentista basca (le organizzazioni di quest’area politica sono illegalizzate nello stato spagnolo dal 2002), il DTP kurdo (illegalizzato dalla Corte Costituzionale turca poche settimane dopo la conferenza), e il Sinn Fein irlandese hanno discusso e proposto percorsi di soluzione a conflitti che storicamente hanno caratterizzato, e caratterizzano, le vicende politiche  delle loro comunità nazionali  di riferimento e dei quali questi movimenti sono parte in causa. In quella conferenza la sinistra indipendentista basca ha reso pubblica la decisione politica (Declaracion de Venecia y Alsasua) concretizzatasi poi nel documento Zutik Euskal Herria! (In piedi Paese basco!). In questo documento il movimento politico basco ha scelto una strategia che porti a un processo democratico senza violenza né ingerenze per una soluzione del conflitto politico basco spagnolo. La soluzione del conflitto necessita ancora di un lungo cammino da percorrere, come dimostra il susseguirsi di eventi di questi ultimi mesi (comunicati di ETA che avallano la posizione della sinistra indipendentista, la dichiarazione di cessate il fuoco “permanente, generale e verificabile dalla comunità internazionale”, convergenza di organizzazioni politiche, sindacali e sociali basche a favore del processo democratico, arresti di dirigenti politici che avevano promosso questa iniziativa politica, iniziative legislative del governo spagnolo volte a rafforzare l’illegalizzazione della sinistra indipendentista, rifiuto da parte governativa a ogni dialogo. Il DTP kurdo ha presentato a Venezia le basi di quella che nel 2010 è venuta definendosi come ‘autonomia democratica’. Il cessate il fuoco unilaterale dichiarato dal PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) è stato esteso per consentire la creazione di condizioni favorevoli a un dialogo, ma l’esercito turco sta continuando le operazioni militari, anche se il governo ha ammesso che ci sono contatti con il leader kurdo incarcerato, Ocalan.

Il secondo asse sul quale si svilupperà questa seconda conferenza è invece quello delle pratiche. Nonostante i conflitti, i soggetti politici che rivendicano riconoscimento hanno accompagnato all’azione contestativa  pratiche di costruzione del comune. Sono esperienze limitate si dirà, ed è certo vero, visto che cercano di svilupparsi in contesto in cui la situazione politica attuale nega loro la possibilità di essere articolate. Però danno la misura del rilevante contributo che potrebbero offrire quando il processo democratico riuscirà a porre le basi di una dialettica non violenta. Essendo poi la problematica inserita nella questione identitaria, essa assume un interesse particolare vista l’attualità del dibattito sull’incontro/scontro tra culture. L’ispirazione ideologica di questi movimenti ha imposto storicamente un approccio articolato e approfondito del senso di appartenenza a una comunità. Ma ha anche delineato un approccio critico alla forma ‘stato’ immaginando una ipotesi di organizzazione sociale che sviluppi forme più partecipative e decentrate non solo internamente ma anche in rapporto con altre comunità.
Questi movimenti pur essendo protagonisti di conflitti laceranti hanno saputo delineare una proposta politica inclusiva, che riconosce la pluralità del mondo su un piano di parità. Esperienze di partecipazione che hanno anche altre espressioni in contesti dove non esiste un conflitto identitario ma che hanno come elemento comune il riconoscimento della diversità. Trovare un nesso tra cultura autoctona, partecipazione democratica nel determinare le scelte economiche e sociali e rapporto con altre culture, partendo dall’esperienza municipale è un percorso sul quale costruire percorsi di pace e giustizia. 

 

PROGRAMMA

PAESE BASCO, LA COOPERAZIONE SECONDO LA SOCIALISTA ANA URCHUEGUIA

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Ana Urchueguia è stata, per 24 anni, consigliera e sindaca per il Partido Socialista de Euskadi (PSE)della cittadina basca di Lasarte, 17 mila abitanti, una quindicina di chilometri da San Sebastian. A partire dal 2003, quando per la illegalizzazione della lista elettorale della sinistra indipendentista basca, il PSE ottenne la maggioranza assoluta, Ana Urchueguia diede fondo alla cooperazione con il municipio nicaraguense di Somoto, attraverso i finanziamenti del Fondo basco di cooperazione “Euskal Fondoa”, una entità di cui fanno parte diverse municipalità e istituzioni pubbliche basche. Sarà stato per la denominazione basca del fondo o semplicemente per la furia iconoclasta che lo ha contraddistinto nei suoi teoremi contro la sinistra indipendentista basca,  fatto sta che l’ineffabile giudice Baltazar Garzon si rese protagonista di uno dei  suoi clamorosi “buchi” nell’inserire l’Euskal Fondoa tra gli “organismi nell’orbita di ETA”.  Tornando al tema, chi sembra aver tratto vantaggi attraverso l’Euskal Fondoa pare sia stata l’ energica sindaca di Lasarte. Il caso era già venuto alla luce per una serie di articoli pubblicati da giornali spagnoli ed in particolare dal quindicinale di sinistra Diagonal ed in questi giorni è di nuovo al centro dell’attenzione per una serie di articoli pubblicati dal Grupo de Noticias, il gruppo editoriale che pubblica il quotidiano basco Deia.

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