IL KURDISTAN IRANIANO SI E’ FERMATO

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Le proteste contro l’impiccagione, domenica scorsa nel carcere di Evin, di quattro detenuti politici kurdi (tra cui una giovane donna, Sirin Elem Hulu. Gli altri tre impiccati sono stati Ferzad Kemanger, Eli Heyderiyan, Ferhad Wekili) e un detenuto politico iraniano, Medhi Eslamian, non accennano a diminuire. Ieri, giovedì a fermarsi sono state le città del Kurdistan dell’est, in territorio iraniano. Le città di Sine e Mahabad in particolare sono rimaste deserte: i negozi chiusi, le strade vuote, mentre in tutte le università dell’Iran gli studenti hanno boicottato le lezioni. C’è stato uno sciopero generale che ha paralizzato il Kurdistan iraniano. 

Le strade vuote di Sine

Il regime iraniano ha decretato lo stato di emergenza a Sine dove ha trasferito megliaia di soldati. E in realtà soltanto soldati e poliziotti si vedevano per le strade. Testimoni hanno riportato che la gente stava protestando nelle case, indossando abiti neri. A mezzogiorno migliaia di giovani si sono riversati per strada e hanno inscenato una manifestazione. La polizia ha attaccato i giovani a Kemerbendi: almeno due sono stati i feriti.

Anche nella città di Mahabad tutto si è fermato per lo sciopero generale: negozi e mercati sono rimasti chiusi. Alcune banche hanno continuato a lavorare ma la folla ha ‘informato’ i pochi impiegati che era meglio che smettessero di lavorare.

Si sa di scioperi nelle città di Seqiz, Kamyaran, Qurwe, Bane, Meriwan, ?ino, Diwandere, Bokan, Nexede, Bicar and Mako.

Gli studenti sono scesi in sciopero nell’università di Urmiye e in altri atenei.


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