MILITARI TURCHI UCCISI DA “FUOCO AMICO” E NON DA PKK
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Un soldato di nome S.K. ha raccontato alla agenzia di stampa kurda, Ajansa Firat News (ANF), la verità sulla esplosione della mina a Baskale che, lo scorso settembre, ha ucciso 15 soldati. Secondo la sua dichiarazione i soldati sarebbero rimasti uccisi da una mina posta dalla gendarmeria, non dal PKK come invece è stato lungamente affermato.
SK, nella sua testimonianza ha affermato:”La scena si è svolta proprio sul confine iraniano accanto alle barriere di filo spinato. Potevamo vedere le postazioni militari iraniane con i nostri occhi. Il giorno dell´incidente gli sminatori vennero sul luogo dal VI Comando del Reggimento di Confine di Van per sminare l´area lungo la strada di confine che percorre la regione della colline di Kilik. Le mine furono poste dalle unità della gendarmeria che erano state impiegate nella zona in precedenza.
Una squadra di 16 uomini, tra i quali ufficiali e sminatori, si recò sulle colline prima di mezzogiorno. Nel frattempo stavamo compiendo misure di sicurezza ambientale e ci trovavamo a circa 100 mt dalla zona. L´esplosione si deve essere verificata dopo mezzogiorno. Ho visto volare gambe e braccia. Ci recammo sulla scena dopo l´esplosione. La maggioranza dei soldati era ancora viva ma molti avevano perso gambe e braccia. I cervelli di molti erano scoppiati. La scena fece vomitare molti commilitoni. Con le radio informammo prima il Sultan Caiyiri Post e poi il Confine di Batt. Non conoscevo i soldati perché facevano parte di un altro reggimento. Un tenente era smembrato e disperso per tutto il campo. Aveva perso metà del corpo ma era ancora vico. Chiamò sua moglie e la sua famiglia chiedendo loro di benedirlo.
Quando stavamo per avvicinarci ebbe ancora la forza di dirci di fermarci perché stavamo entrando in un campo minato.
Decidemmo comunque di verificare le condizioni degli altri. Un sergente scelto aveva perso la testa. Coprimmo il corpo con dei vestiti e continuammo a controllare gli altri ma non potemmo fare molto essendo in un campo minato. Più tardi un elicottero si avvicinò alla scena. Il tenente era ancora vivo ma si trovava nel centro del campo minato. Con l´aiuto di un metal detector due soldati riuscirono a raggiungerlo e a portarlo via di là. Sappiamo solo che è deceduto nell´ospedale nel quale è stato trasportato. Coprimmo i feriti e i pezzi dei loro corpi con dei vestiti e li avvicinammo all´elicottero, lo facemmo sebbene molti stessero quasi per morire. I feriti, gli amputati erano in agonia, stavano morendo. Provenivano da diverse parti della Turchia. Gli specialisti arrivati con l´elicottero, nel frattempo, avevano iniziati a girare un video che ci dissero sarebbe dovuto essere spedito al Comando generale”.
A questo punto il soldato aggiunge delle informazioni importanti: “Rimasi sorpreso quando in televisione venne detto che tre soldati erano morti a causa di mine antiuomo piazzate dal PKK. Le mine erano state piazzate l´anno prima dalla gendarmeria ed erano destinate a colpire il PKK e anche i trafficanti. In tutti i casi le colline di Kilik si trovano in mezzo a tre stazioni militari e per il PKK non sarebbe stato possibile piazzarci le mine. Ci sono punti di rilevazione termici per controllare le attività dei trafficanti e noi potevamo facilmente verificare ciò che accadeva nella zona. La strada è stata completamente distrutta dall´esplosione ma se la guardiamo adesso vediamo che la nuova strada è stata costruita nella vicine colline di Kuba
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