LA MILITARIZZAZIONE DELLE “BANLIEUES”.

Loading

Gara. Non c’è dubbio che Nicolas Sarkozy non è una persona con grande sensibilità sociale. Però gli ultimi avvenimenti stanno dimostrando, inoltre, al sua negligenza per affrontare uno dei più gravi problemi strutturali che ha lo Stato francese: le grandi sacche di emarginazione generate da un sistema politico e sociale che assume la disuguaglianza come qualcosa di endemico. Una realtà che lo Stato francese cerca di nascondere nella periferia delle città e che, quando appare, cerca di zittire con minacce, colpi ed anche spari. Una esclusione che, inoltre, ha una forte componente razzista, in quanto riguarda le etnie più sfavorite dentro l’esagono, come sono i magrebini e i gitani.

I fatti di Grenoble e Saint-Aignan dello scorso fine settimana, nei quali a causa della morte di due giovani per colpi d’arma da fuoco della polizia si è scatenata una reazione violenta nelle loro banlieues, ha mostrato che questo fenomeno non diminuisce. E’ anche significativo che, come avvenne nelle prime rivolte a Parigi, sono stati due casi di violenza poliziesca che sono serviti come detonante di questa situazione.

La posizione dello Stato francese, che in questa occasione ha inviato l’esercito per controllare le rivolte, mostra la peggiore delle approssimazioni possibili a un conflitto che ha profonde radici politiche e sociali. L’Esecutivo di Sarkozy pretende affrontarlo come se si trattasse di un problema che coniuga elementi di criminalità organizzata con spontanei ed irrazionali attacchi di rabbia antisociale. Niente di più lontano dalla realtà. L’esclusione che subiscono gli abitanti di questi quartieri, che sono una percentuale importante degli abitanti dello Stato, conseguenza diretta delle politiche disegnate dai successivi governi francesi. L’unico modo di cambiare la realtà è invertire questa politica, non insistere con essa. Militarizzare questi conflitti può dare luogo ad altri molto peggiori.

FONTE: http://www.gara.net/paperezkoa/20100720/211024/es/La-militarizacion-banlieues-otro-error


Related Articles

GIULIO GIORELLO. L’ALTRO OCCIDENTE. UN MOSAICO DI VISIONI PARZIALI CONTRO IL PREGIDUZIO.

Loading

TALKINGPEACE ha intervistato il filosofo e epistemologo Giulio Giorello

Nonostante i dibattiti, le affermazioni di principio su pluralismo e democrazia, l’Occidente mantiene una sorta di egocentrismo culturale, una definizione di superiorità rispetto alle altre culture…

Quando sento parlare di Occidente, non so che cosa si voglia dire. Cosa intendiamo? Le famose “radici” greche come dicono alcuni? O le “radici” cristiano-giudaiche, ma quanta ipocrisia in quel trattino, e poi quale Cristianesimo? Ha marcato di più la Controriforma cattolica a sud, o a nord l’Europa protestante? E dove finisce l’Europa a est? E fin dove si espande a ovest? Quasi tutti sono d’accordo nel dire, con Fernand Braudel, che il grande prolungamento a ovest è il continente americano. Ma poi, proseguendo ancora verso Occidente, attraverso l’Oceano Pacifico, arriviamo al Giappone. La terra è rotonda. I nomi valgono per quel che valgono, sono definizioni di comodo, ma non darei loro un valore di essenza. Quando si parla di “radici”, perché non pensare, poniamo, anche alle radici vichinghe, dato che anche i vichinghi hanno avuto la loro storia? E se guardiamo alle tre grandi religioni monoteistiche, l’Islam non è stato talora il nostro “Occidente” (ricordando, per altro, che Maghreb significa appunto occidente)? Pensiamo al grande esperimento di El Andalus, un progetto di coesistenza che certo non era tolleranza in senso stretto, ma ha comunque visto fiorire insieme in modo pacifico tre civiltà: quella islamica, quella cristiana e quella ebraica. Basta andare a Cordoba per ritrovare tracce di questo progetto che poi la Spagna – dalla Riconquista dei re cattolici a Franco – ha fatto di tutto per cancellare. Occupandomi di scienza, vorrei citare una frase del grande fisico Freeman Dyson: “ Non esiste un visione scientifica unica come non esiste un visione poetica unica. La scienza è un mosaico di visioni parziali e conflittuali. In tutte queste visioni c’è però un elemento comune: la ribellione contro le restrizioni imposte dalla cultura localmente dominante Occidentale o Orientale che sia. La visione della scienza non è specificatamente occidentale. Non più occidentale quanto possa essere araba o indiana o giapponese o cinese.” Una cosa simile ha detto Amartya Sen a proposito della democrazia.

Colombia: via Uribe, rimane il buio – Guido Piccoli (video)

Loading

Alvaro Uribe sarà costretto ad abbandonare Palacio Nariño. A bloccarlo non è stata l’opposizione politica frammentata e nemmeno quella armata,

Timochenko: FARC Women reject smear campaign

Loading

The women who have been in the FARC, recently issued a public statement, in which they express their open rejection

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment