NORD IRLANDA: PRESENTATO L’ACCORDO – IL TESTO
I colloqui tra Sinn Fein e gli unionisti del DUP si sono conclusi. Il testo dell’accordo è stato illustrato dal premier Peter Robinson, dal vice primo ministro Martin McGuinness e dai due premier inglese e irlandese. Il primo ministro Peter Robinson, che per un torbido affaire rosa che ha coinvolto la moglie (anche lei deputata DUP) aveva temporaneamente sospeso il suo ruolo di premier. Oggi ha ripreso il suo posto all’Assemblea per il nord Irlanda a Stormont.
Ascolta la dichiarazione di Gerry Kelly del Sinn Fein qui
Il primo ministro inglese Gordon Brown ha dichiarato che se non si riuscirà a trovare un accordo a Belfast entro un tempo ragionevole si andrà alle elezioni anticipate per l’assemblea per il Nord Irlanda. Londra dunque non si limiterà a sospendere le istituzioni nordirlandesi, ma chiamerà alle urne nuovamente gli elettori.
I colloqui per cercare di salvare il governo condiviso nel Nord Irlanda sono entrati nella seconda settimana. I repubblicani del Sinn Fein e gli unionisti del DUP hanno ripreso lunedì mattina i colloqui con uno spirito ottimista.
Al centro della discussione l’attuazione dell’accordo di St Andrews, siglato nel 2006. Se si riuscirà a trovare ‘una quadra’, Londra dovrà finalmente trasferire anche il controllo su polizia e giustizia a Belfast. Ma non è un obiettivo facile, perché gli unionisti hanno tentato di giocare quella che il presidente del Sinn Fein ha definito la ‘carta orangista’. In altre parole il Dup (che nel governo condiviso ha anche il primo ministro) ha cercato di vincolare l’attuazione dell’accordo di St Andrews al permesso di far passare le parte unioniste attraverso le aree repubblicane. Quella della parate è sempre stata una patata
bollente: le manifestazioni orangiste si trasformavano in arroganti show di identità ma soprattutto erano pretesto per veri e propri assalti alle aree repubblicane.
I premier irlandese, Brian Cowen e inglese, Gordon Brown potrebbero tornare a Belfast per tentare un ultimo affondo e concludere colloqui che si sono avvitati su se stessi. “Dopo 80 ore di discussione – ha detto un provato Gerry Adams, presidente del Sinn Fein – mi sembrava di essere a una partita di hurling. Penso che siamo riusciti a prendere il controllo del campo per poter giocare equamente con il DUP”.
Lo scorso fine settimana il Sinn Fein si è riunito per decidere il da farsi. Il vice primo ministro, Martin McGuinness, era sul punto di rassegnare le sue dimissioni: “La questione delle parate – ha detto McGuinness – non è sul tavolo delle trattative”, così
confermando che il passaggio delle marce orangiste attraverso le zone repubblicane non poteva essere considerato merce di scambio.
Related Articles
CRIMINALIZZARE IL DIALOGO, IL CASO PIEDAD CORDOBA – Guido Piccoli
Spesso anche a sinistra, in quella che si ritiene “pura e dura”, vengono guardati con sussiego i difensori dei diritti
With K2 dead, what will Brother Karzai do now? – Zia Sarhadi
Media Monitors Network. “K2 is gone. The billions he and the other Karzai brothers stashed
HONDURAS: MASSACRO E BARBARIE NEL BAJO AGUAN – Giorgio Trucchi
È stato un vero massacro quello di lunedì 15 novembre, nella finca El Tumbador, municipio di Trujillo, nel nord dell’Honduras. Un esercito di più di 200 guardie di sicurezza del produttore di palma africana Miguel Facussé Barjum, presidente della Corporazione Dinant, ha attaccato con armi di grosso calibro i membri del Movimento contadino dell’Aguán, Mca, i quali avevano recuperato quelle stesse terre da oltre nove mesi. Terre che erano state usurpate loro dal sanguinario impresario per seminare palma africana.
L’attacco dei gruppi paramilitari ha lasciato un tragico saldo di cinque morti – Teodoro Acosta (45), Ignacio Reyes (50), Raúl Castillo, 45, Ciriaco Muñóz (45) e José Luis Sauceda Pastrana (32) -, uno scomparso – Noé Pérez – e vari feriti, alcuni dei quali sono ricoverati in gravi condizioni.
“Le guardie di Facussé sono arrivate alle 5 di mattino e hanno intimato ai contadini di abbandonare il luogo. Di fronte al rifiuto di questi ultimi hanno chiamato rinforzi. Sono arrivate più di 200 guardie e senza proferire parola hanno aperto il fuoco con armi di grosso calibro”, ha raccontato Santos Cruz, membro del Mca, alla Lista Informativa “Nicaragua y más” e a Sirel.
Secondo varie testimonianze, le guardie dell’impresario palmero hanno usato armi da guerra: AK-47, M-16 e fucili R-15. Hanno invaso la proprietà e hanno iniziato a inseguire i membri del Mca per più di quattro ore. Nemmeno la Polizia, che come sempre è arrivata quando la situazione si era calmata e il massacro consumato, è potuta entrare nel terreno, in quanto totalmente controllato e protetto dalle guardie. “È stato un massacro. Hanno sparato per uccidere. La gente scappava tra le palme, cercando di proteggersi. Ci sono ancora due compagni scomparsi (uno, José Luis Sauceda, è stato poi ritrovato assassinato con tre colpi di R-15 al volto dopo l’intervista ndr) e non sappiamo se si siano nascosti o se siano stati assassinati e i loro corpi sono ancora nella proprietà. Nessuno può entrare. Queste terre sono nostre e le difenderemo”, ha spiegato Cruz.